Arrivati al traguardo del terzo disco post-reunion, il riuscito “Last look at Eden”, la rock band svedese più conosciuta al mondo pare essere riuscita nell’impresa di scrollarsi di dosso l’etichetta di “quelli di The Final Countdown”.
Ottima serata al Gran Teatro di Padova, nuova struttura posizionata a pochi minuti dal centro di Padova e che, già dai primi mesi, vuole guadagnare un ruolo di prim’ordine nel panorama live nazionale. Non molta gente è accorsa nella città veneta per assistere allo show di Tempest e soci, ma i Nostri hanno garantito ai presenti quasi due ore di show nel quale adrenalina e melodia hanno caratterizzato un vero e proprio viaggio nella storia di una band nata quasi tre decadi fa. Un concerto nei quali i pezzi del passato vengono adattati al sound attuale degli Europe, senza comunque snaturarne la loro natura. Alcune sorprese (“Stormwind”), alcune parti da pelle d’oca (“Prisoners in paradise” riarrangiata in chiave acustica), con un solo escluso: l’omonimo debut dal quale ci saremmo sentiti più che volentieri una “Seven doors hotel”.
Uno spettacolo non esente da difetti: tra tutti un Norum che più volte “stecca” durante lo show e un John Leven, in passato mattatore del palco insieme a Joey Tempest, che si “scalda” solamente da metà show in avanti. Anche il pezzo pescato dalla carriera solista del chitarrista svedese, “Optimus”, si rivela un passo falso, facendo calare il ritmo dello show dopo la serie di pezzi impressionanti proposta poco prima, in quello che è il punto più basso del live.
Piccole macchie di un concerto che, a conti fatti, si è rivelato superlativo: una band in forma, che fa sembrare quella che abbiamo visto nel tour estivo del 2008 l’ombra arrugginita degli Europe attuali. Potenti, precisi e con la consapevolezza, appunto, di essere “ritornati”, e non di essersi “riuniti”. Joey Tempest mattatore assoluto della serata: una performance perfetta la sua, dimostrazione di un talento naturale innato che, grazie anche all’allenamento e all’esercizio, limita al minimo essenziale gli effetti dell’età sulla voce. Non sola tecnica quella dello svedese che ormai si avvicina ai cinquant’anni: un carisma incredibile e il fatto che, con il passare degli anni, l’ex ragazzo con i capelli cotonati guadagni punti in fascino.
Un pubblico mai così trasversale dal punto di vista degli ascolti e dell’età ha assistito ad una serata di grande musica: quella che fino a pochi anni fa era una band di nicchia, con una discografia ridotta alla classica hit della vita, sta guadagnando un ruolo di primo ordine nella scena hard rock internazionale grazie a dei nuovi lavori in studio e live di grande qualità e professionalità.
Setlist: Prelude – Last Look At Eden – Love is Not The Enemy – Superstitious – Gonna Get Ready – Scream of Anger – No Stone Unturned – Let The Good Times Rock – Prisoners in Paradise (Acoustic) – Open Your Heart – Stormwind – Optimus – Seventh Sign – New Love in Town – Start From The Dark – Cherokee – Rock The Night
Encore: The Beast – The Final Countdown
Si ringrazia Zed Live per la consueta collaborazione
Nicola Lucchetta