Da sempre sinonimo ed esempio di coerenza musicale ad oltranza, gli Obituary tornano in Italia per alcune date di supporto a “Darkest Day”, il secondo disco con Ralph Santolla nel ruolo di chitarra solista al posto di Allen West, uomo che con la band di Tampa ha fatto la storia di un genere.
Ad aprire la serata gli italiani Rosae Crucis, band che con il suo epic metal cantato anche in italiano risultava ampiamente fuori contesto già dalle prime note, e gli andorrani Persefone, autori di uno show che, pur avendo poco a che fare con il sound degli headliner, si è rivelato comunque di buon livello. Un mix di melodic death metal, progressive e un eclettismo che li porta a non porsi alcuna barriera nella proposta, al punto che uno degli apici dello show è una cover di brani pescati dalla colonna sonora di Star Wars.
Rispetto al concerto del Gods of Metal di due anni fa, la band dei fratelli Tardy ci è sembrata molto più in forma, grazie ad un nuovo disco, “Darkest day”, che ha dato una vera e propria iniezione di fiducia dopo la mezza delusione di “Xecutioner’s Return”. In grande forma i due bros, entrambi in serata di grazia: John, che alla voce si conferma uno dei massimi esponenti del genere, e Donald, batterista di talento notevole, capace di dimostrare la sua bravura e precisione durante lo show e con un assolo piazzato ad inizio encore.
Proprio dall’assolo di Donald Tardy (e, a seguire, di Ralph Santolla), parte l’unica grande critica nei confronti della serata di Roncade: un concerto breve, poco più di un’ora, con quasi dieci minuti buoni dedicati agli assoli dei due, pur bravi, musicisti e a una cover dei Celtic Frost. Il risultato è che questo tempo dedicato a sfoggio di talento e tributo alle origini della band ha ridotto la scaletta a soli 15 pezzi, con l’ovvio risultato che alcuni dei brani che han fatto la storia del death metal nordamericano on sono stati proposti, come ad esempio la clamorosamente ignorata “Don’t care”. Per il resto la band è riuscita a dare spazio equo ai dischi storici ma anche alle ultime release post-reunion, a conferma che, al contrario di molti altri act, gli Obituary non vivono nell’ombra del tributo al passato.
Un’affluenza ridotta, anche a causa della sovrapposizione di questa serata con altri eventi hard and heavy nella zona, quella accorsa al New Age per il concerto degli Obituary: forse tre date italiane sono troppe per una band che, pur essendo una delle più valide nel genere, ha sempre vissuto il ruolo di act di seconda fascia rispetto ad altre dello stesso filone.
Setlist: List of Dead, Blood to Give, On The Floor, Face Your God, Chopped in Half/Turned Inside Out, Dying, Threatening Skies, Dethroned Emperor (Celtic Frost cover), The End Complete, Final Thoughts, Forces Realign, Contrast The Dead, Drum/Guitar Solo, Slow Death, Evil Ways, Slowly We Rot
Si ringrazia il New Age Club per la consueta collaborazione
Nicola Lucchetta