The Baseballs, gli anni ’50 sono tornati di moda

the baseballs 2010

Sam Budja, Basti Rätzel e Digger Brans sono tre ragazzoni tedeschi (soprattutto Sam) dal sapore vintage. Emuli di Elvis, si pettinano con ciuffi a banana e la leggenda racconta che portino sempre un pettine nella tasca dei jeans (per la cronaca, ne sono sprovvisti).


Si presentano senza il cognome, i nomi bastano a farli riconoscere come il trio diventato fenomeno in tutta l’Europa con le cover in stile anni ’50 di hit moderne. Umbrella di Rihanna è uno dei loro cavalli di battaglia. Sono i Baseballs, e propongono una musica che loro chiamano voc’n’roll: rock’n’roll in cui loro si dedicano alla parte vocale (ma suonano e compongono anche brani originali, forse per il prossimo disco). Il loro album, Strike, è volato al quarto posto della classifica inglese dei dischi più venduti. Mica da tutti. Ieri sera hanno presentato dal vivo a Milano le loro cover, spaziando, come nel cd, da Hot N Cold di Katy Perry a Angels di Robbie Williams.

Ragazzi, come vi siete conosciuti? La storia che circola su internet ha dell’incredibile da quanto è casuale…
Sembra una favola ma è la pura verità. Ci siamo trovati quattro anni fa nella cucina di una sala prove. E’ stato il caso che ci ha fatti finire lì perché veniamo da città diverse. Era pieno di musicisti heavy metal: gli unici tre con la banana in testa eravamo noi, e ci siamo messi a parlare. Ci ha uniti la passione per gli anni ’50, è stato un momento magico.

Il vostro mito è Elvis: come avete scoperto la sua musica e tutto lo stile di vita dei favolosi fifties?
Tutti e tre attorno ai 6 anni abbiamo ascoltato un disco di Elvis. Sam l’ha scelto dalla collezione di suo fratello perché aveva la copertina diversa da tutte le altre. C’è un filmato in cui Digger balla in pigiama imitando The Pelvis davanti all’albero di Natale. Basti è rimasto fulminato da un suo film passato il sabato pomeriggio sulla tv tedesca. Da bambino non capisci la musica, comprendi solo se ti piace o no: Elvis a noi piaceva.

Cosa vi affascina del rock’n’roll?
E’ una musica divertente, forse il nostro disco va bene perché risponde a un’esigenza della gente. A noi piace riportare in auge il buon vecchio rock’n’roll, ma le nostre cover suonano comuque moderne.

Avete un repertorio praticamente infinito…
Basta che la canzone abbia una buona melodia, abbastanza parole da cantare e un bel ritornello. Le nostre versioni vengono fuori da una sorta di jam session. Una volta ci hanno chiesto di trasformare un brano techno ma è un’impresa che rasenta l’impossibile: abbiamo canticchiato per 30 secondi, è una sfida vinta perché noi siamo forti (scherzano, nda).

In autunno aprirete i concerti inglesi del grande chitarrista Jeff Beck: com’è nato questo incontro?
E’ una cosa che non ci saremmo mai sognati, ma Jeff Beck -una leggenda- ama risentire il rock’n’roll e ci ha coinvolti nel progetto.

Niente date in Italia?
Sarebbe bello, speriamo di poterci venire in autunno ma per ora non c’è niente di confermato. Ci siamo divertiti molto a partecipare alla trasmissione Ti lascio una canzone: cantavano tutti dietro le quinte, è stato davvero forte.

www.thebaseballs.com

Francesca Binfaré

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