Stanchi della solita vita? Volete un antidoto contro la monotonia casa-lavoro-casa? Bene, un concerto di Mika vi viene in aiuto: l’anglo-libanese, nel giro di due ore, riesce a stampare un sorriso in faccia anche alla persona più triste nel raggio di isolati.
Quella di Codroipo è per Mika la seconda delle quattro date di questo tour italiano; serata minata da un’affluenza leggermente sotto le aspettative, motivata soprattutto dall’Heineken Jammin Festival terminato il giorno prima a poche decine di chilometri di distanza.
Inizio a razzo dello show, con ben tre brani pescati dal debutto “Life in cartoon motion”: l’artista non si risparmia sull’iniziale “Relax (Take it easy)”, saltando e ballando per tutta la durata della canzone, e dimostrando il talento anche di strumentista nella successiva “Big girl”. Ciò che colpisce al primo impatto è il palco colorato, variopinto e così brillante da sembrare uscito dai cartoni animati, nel quale dominano quattro grandi gonfiabili rappresentanti le lettere del nome dell’artista, piazzati al centro dello stage. Sul palco è una gran festa: i musicisti scherzano, sorridono e sono protagonisti, insieme a Mika, di una serie di siparietti, tra cui il finto omicidio/suicidio di tutti i componenti tra “Happy ending” e “Love today”. A chiudere lo show i due brani più rappresentativi dell’artista, “Grace Kelly” e una “Lollipop” rivista in chiave sudamericana, con percussioni e tutta la crew sul palco mascherata.
Vista la ristretta discografia, nell’ora e mezza a disposizione Mika ha proposto una scaletta che presenta minime differenze rispetto a quelle delle altre date del tour: unica inaspettata esclusione “My interpretation” dal primo disco. La setlist è divisa equamente tra i due album e non vi sono state grosse differenze di risposta da parte del pubblico tra i brani presi da uno e dall’altro. Mika propone tutto con grande padronanza tecnica, anche se certe volte rivisita alcune parti vocali, facilitandole, e riuscendo a mascherare abilmente alcune potenziali stecche.
Ormai l’effetto sorpresa di “Life in cartoon motion”, capace di catapultare quel finora sconosciuto ragazzo di origini libanesi tra le star del momento, è esaurito, ma con “The boy who knew too much” il successo ottenuto è stato addirittura amplificato. E concerti come quello di Villa Manin confermano a man bassa il valore di uno dei talenti vocali più brillanti della musica pop degli ultimi anni.
Setlist: Relax (Take it easy), Big girl, Stuck in the middle, Dr John, Blue eyes, Billy Brown, Touches you, Kick ass, Rain, Blame it on the girls, Happy ending, Love today, We are golden, Toy boy, Grace Kelly, Lollipop
Si ringrazia Azalea Promotion, e in particolare Luigi Vignando, per la collaborazione
Nicola Lucchetta