Un disco che è nato in maniera spontanea, con i musicisti che partono da un riff di Greg per poi arrivare ad una nuova canzone tramite una jam session e con “Chad Gray che ha lavorato di notte per le linee vocali“. Un insieme di amici, prima che persone, che è emerso anche nella scelta dell’artwork: “Per la copertina non abbiamo delegato nessuno di noi: tutta la band è stata coinvolta e ha seguito direttamente le varie fasi della stesura dell’aspetto grafico di “Stampede”“.
Al secondo album, la band ha la consapevolezza di non essere qualcosa di temporaneo. “Noi siamo sempre stati coscienti di non avere messo in piedi un side project” dice Greg “ma con “Stampede” posso dirti, sinceramente, che il songwriting è andato via molto più velocemente rispetto al passato. La ragione principale è perché ci conosciamo meglio“.
Ascoltando “Stampede”, però, sorge un grosso dubbio che il chitarrista, a modo suo, ci ha chiarito. “Se pensiamo che questo disco sia troppo americano per piacere ai fan europei? Guarda, già durante la stesura pensavo di produrre un album “worldwide”, e con i concerti in Europa di quest’estate ne ho avuto la conferma: la nostra musica è apprezzata ovunque“.
I progetti futuri sono moltissimi concerti, tra cui il RockStar Energy Drink Uproar Fest in compagnia con i Disturbed, “un festival che aspettiamo da tempo: ci divertiremo moltissimo e spenderemo molto tempo con gli altri musicisti, magari davanti ad un barbecue“.. ma nessuna notizia positiva dal fronte Italia, liquidata con un “speriamo di venire a suonare dalle vostre parti il prima possibile“.
E per chiudere in bellezza, sorge spontanea la domanda su quanto gli Hellyeah influiranno sul futuro dei Mudvayne, autori lo scorso anno del quinto disco omonimo. “Il futuro della nostra band principale? Guarda, ad oggi abbiamo deciso di tenere il progetto congelato per almeno due anni, così io e Chad potremo dedicarci a tempo pieno agli Hellyeah“.
Nicola Lucchetta