è solo da un anno e mezzo circa che il pubblico lo conosce come interprete, la sua carriera è ricca di soddisfazioni e successi eppure siamo già alle ripartenze.
Come mai questa scelta?
Non avevo intenzione di dire che era il momento di voltare pagina, ma solo che era necessario per me fare il punto della situazione. In quest’anno e mezzo non mi sono mai fermato, quindi era giusto mettere un punto fermo e ripartire guardando al futuro.
Musicalmente come ti vedi, adesso?
Diverso. Sto crescendo man mano che il tempo passa, anche i concerti mi hanno aiutato in questo: è tutta esperienza che fa maturare.
Una canzone come “Per Tutte Le Volte Che…” (quella del Festival di Sanremo) è diversa dal punto di vista musicale da quelle contenute in questo disco.
Infatti non credo che sarebbe stata inserita in questo album per una scelta di omogeneità: il sound qui vira un po’ più verso il rock. Un pop rockeggiante, diciamo. E c’è anche qualcosa di più r&b.
Perché hai scelto di inserire nel cd anche due brani in inglese, “If I Was Made For You” e “Chances”?
Ho sempre detto che mi trovo ugualmente a mio agio a cantare sia in italiano sia in inglese. La scelta della lingua deve rispondere alle esigenze della canzone, ed è a quelle che io mi adeguo. Questi due brani soddisfano le richieste dei fans che mi apprezzano anche quando canto in inglese.
La title track ti vede per la prima volta nelle vesti di autore: come mai allora non hai scelto questa canzone come primo singolo?
Sapevo che avrei proposto una mia canzone per la pubblicazione solo quando sarei stato sufficientemente pronto a scriverne una dignitosa. Questo è un testo lineare, semplice, ma quello di “Mio” è più maturo, più completo e più forte. Alla fine è quello che mi rappresenta di più, e proprio per questo sono stato io a volerlo fortemente come singolo di lancio dell’album.
Francesca Binfarè