Il nuovo album di Cristina Donà “Torno a Casa a Piedi” ha debuttato nella top ten degli album più venduti in Italia, un grande riconoscimento che si aggiunge al risultato delle vendite in digitale (l’album è nella top five di iTunes da quando è stato pubblicato).
Per “Torno a Casa a Piedi” hai detto che volevi seguire una nuova rotta, cercando un linguaggio che fosse più narrativo…
Era una mia esigenza. Dopo anni di linguaggio più vicino alla poesia avevo voglia di trovare un altro escamotage per raccontare quello che volevo. Questo disco contiene canzoni legate alla quodianità, e questa modalità narrativa è arrivata naturalmente: è un nuovo percorso che mi stimola molto.
Questo linguaggio possiamo dire che si avvicina a quello cinematografico?
Sì, il modo di raccontare nel cinema mi ha ispirata da tempo, ma prima questa idea non era così matura in me: prima deve morire qualcosa perché nasca qualcos’altro, anche se il mio abituale modo di scrivere c’è ancora e continuerà a esserci.
Saverio Lanza ha lavorato con te alle musiche di questo disco. Come è nata la voglia di collaborare con lui?
Saverio sulla carta è un musicista e produttore che appare lontano dal mio mondo, ma in realtà abbiamo lavorato benissimo insieme: ha creato spazi sonori incredibili, aiutandomi a realizzare il sogno musicale di questo nuovo album, cioè aggiungere colori alla mia musica. Tutto questo lo abbiamo fatto scambiandoci per un anno e mezzo email con spunti, idee, suoni.
E invece da cosa è nata l’esigenza di raccontara la quotidianità?
Credo sia dovuta alla nascita di mio figlio: la maternità ti porti a essere più pratica e concreta. Anche la mia voglia di raccontare è legata a lui, perché con lui non puoi parlare in astratto. La sua presenza ha certamente cambiato il mio approccio con le nuove canzoni.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il tour, che dovrebbe partire da fine marzo e di cui troverete le date sul mio sito (http://www.cristinadona.it), e poi sempre verso marzo dovrebbe uscire la mia biografia scritta con Michele Monina: è un amico, mi piace come scrive e siccome abbiamo vissuto una parte di vita insieme mi è sembrato giusto che la scrivesse lui.
Francesca Binfarè