Ci sono quelli bravi, ci sono i grandi e poi ci sono i classici senza tempo. In questi giorni al Forum di Assago si è potuto assistere ad un “doppio classico“: Roger Waters, bassista e padre-padrone dei leggendari Pink Floyd, in The Wall, una delle più influenti opere artistiche del dopoguerra.
E’ stato dato al pubblico esattamente ciò che esso poteva sperare di vedere e di sentire, uno show completo, spettacolare ed emozionante, uno spettacolo a 360 gradi di gran lunga migliore della storica messa in scena berlinese del ’90. Roger Waters (divertito, divertente e rigoroso) dopo il lunghissimo tour in cui ha riproposto per intero “The Dark Side of the Moon” si è ora concentrato su quest’altro gioiellone di casa Pink Floyd, riproponendo anche la costruzione dell’enorme muro bianco (11 metri di altezza), costruito tra band e pubblico ed infine distrutto. Proiezioni di ogni tipo, pupazzoni gonfiabili ed effetti sonori fantastici han fatto da sottofondo ad una musica immortale. The Wall è stato riproposto per intero ed anche l’intervallo tra i due tempi ha rispettato la suddivisione dei due LP.
Il pubblico, letteralmente assorto, ha cantato davvero poco: molte bocche son rimaste serrate, troppa l’emozione, la commozione ed anche l’angoscia nel vedere le paure e le sofferenze di noi tutti magistralmente tradotte in opera monumentale. Roger Waters, mostrando una forma sorprendente, con questo tour mondiale ha aggiunto un ennesimo importante mattone ad un’epopea gloriosa.
Paolo Bianchi
Galleria fotografica a cura di Rodolfo Sassano
Dopo più di 40 anni, le emozioni sono sempre fresche, sempre nuove, sempre profonde e coinvolgenti. Continua così Roger