I Beastie Boys, con il nuovo disco, confermano la loro nota autoironia già dal titolo: infatti, Hot Sauce Committee Part 2 non è un seguito di un lavoro passato, ma fa riferimento al cancro diagnosticato nel 2009 ad Adam “MCA” Yauch. Il doloroso fatto ha costretto il trio a posticipare la pubblicazione del successore di To the 5 Boroughs (The Mix Up è meglio considerarlo una parentesi a sé) di quasi due anni.
Un ritorno al passato per il combo di New York: ormai oltre i trent’anni di carriera, i Nostri rispolverano l’attitudine degli esordi, con sonorità così old school e minimali al punto che il singolo bomba Make Some Noise sembra tutto fuorché un brano del 2011. L’inclinazione rap/hip hop emerge in quasi tutto il disco (con tanto di featuring di Nas), escludendo alcuni episodi come la reggae Don’t Play A Game That I Can’t Win (in collaborazione con Santigold) e una Lee Majors Come Again che ci ricorda che i Beastie Boys esordirono come gruppo hardcore punk.
Hot Sauce Committee Part 2 è un buon album: tutti i brani sono gradevoli (anche le tre brevi tracce che troviamo sparse per il disco), ma nessuno ha il lampo di genio di un Sabotage o Intergalactic. Resta il fatto che tra le canzoni sopra citate e alcune ottime trovate, come il coro di bambini su Crazy Ass Shit e la base electro funk di Ok, i Beastie Boys ritornano in gran stile, confermando lo status di nome di punta del movimento hip hop “bianco”. Un cd imperdibile per i fan di vecchia data e un’ottima sorpresa per chi ancora non li conoscesse (ad esempio, coloro che sono vissuti sull’isola di Lost negli ultimi cinquant’anni). Immortali.
Nicola Lucchetta