Senza infamia e senza lode, i canadesi Silverstein arrivano al traguardo del quinto disco con Rescue. Questo perché, senza neanche tanta fatica e piazzando un po’ troppi breakdown qua e là, i nostri pubblicano un album contenente dodici canzoni non esaltanti ma così ben arrangiate da essere inattaccabili (se non per il fatto che l’originalità è ridotta al lumicino). Un sound che viaggia su lidi emocore nel quale, al contrario di molte altre band, vi è un’ottima alchimia tra linee vocali urlate e melodiche; in Rescue troviamo anche alcune tra le parti più brutali mai composte, ma anche episodi più soft che, per chi punta in alto, sono inevitabili.
Il quinto disco dei canadesi non lascerà il segno, ma è stato costruito così bene che era e sarà difficile non trovarlo nei piani più alti delle classifiche internazionali “che contano”: non a caso, i Silverstein si sono piazzati ad una posizione altissima di Billboard nella settimana del debutto.