Con World’s On Fire, i The Prodigy riscrivono il concetto di figata su supporto ottico. Con il loro primo live album in dvd la band inglese immortala la data più importante della carriera, quell’autocelebrativo Warrior’s Dance Festival che si è tenuto a Milton Keynes lo scorso anno, e che ha portato nel piccolo centro britannico 50000 fans.
La scaletta forse non è delle migliori: lo show breve, come minutaggio, ci sta, i The Prodigy sono sempre stati un act che ha fatto dell’intensità la sua arma vincente. Però un’oretta costringe a scelte sofferte: i brani che li hanno resi famosissimi ci sono tutti (il trittico Breathe/Smack My Bitch Up/Firestarter da The Fat Of The Land, Voodoo People, Out Of Space con tanto di finale reggae) e praticamente mezza scaletta è dedicata all’ultimo capolavoro Invaders Must Die. Mancano però all’appello tutte quelle tracce spesso trattate come secondarie che, parere personale, sono meglio di tanti brani spacciati per imperdibili: Diesel Power, Spitfire o Piranha sono tre esempi di canzoni clamorosamente escluse dalla setlist.
Mentre sulla scaletta si può ampiamente discutere, sull’impianto sonoro e visivo i Prodigy si confermano i numeri uno: l’audio, seguito direttamente da Liam Howlett, è over the top e, al contrario di molti live, il pubblico si sente. Certe volte più presente o meno (in Omen la coppia Flint-Maxim viene quasi coperta), ma non è ridotto a semplice sottofondo tra un brano e l’altro. Da panico il video: un mix di riprese classiche, grandangoli dalla fine dell’arena, primi piani del pubblico, riprese dalla folla (!!!), fisheye e colori saturi e contrastati come non ci fosse un domani. A rendere tutto “live” sgranature, sfocature e delle camere che ballano più di The Shield e 24 messi assieme.
Li avete visti dal vivo nello scorso tour? World’s On Fire è un ottimo souvenir. Non ci siete andati? Bene, compratelo (costa poco, si trova tranquillamente sotto i 15 euro) e rosicate.
Nicola Lucchetta