Non bastano una voce affascinante e una produzione ben curata per fare un buon disco. L’album omonimo di Jeff Bridges (sì, lo stesso che avete visto in film come “Il Grande Lebowski” e “Tron“) non decolla perché i brani sono molto simili tra di loro: delle dieci tracce, per un totale di circa 40 minuti, spicca solo l’opener “What a Little Bit of Love Can Do”, la più ispirata in un lotto di inaspettata piattezza.
Non il miglior ritorno che si potesse pianificare, a dieci anni dal precedente “Be Here Soon“. Occasione sprecata.