Abbiamo avuto l’occasione di fare due chiacchiere con i cesenati Meanwhile, che hanno pubblicato di recente l’ultimo disco “Daylight“. A chiusura di una parentesi non esaltante per i romagnoli, caratterizzata da cambi di lineup e una lunga pausa, una delle sorprese più interessanti provenienti dall’underground tricolore.
Potete spiegarci brevemente tutto il lavoro che c’è stato in Daylight?
Abbiamo scritto un sacco di canzoni, le abbiamo arrangiate e affinate e quando ci convincevano davvero decidemmo di registrarle con l’aiuto dell’esperto fonico Riccardo “Paso” Pasini. Il risultato è quello che puoi sentire sull’album e ne siamo molto soddisfatti!
Avete fatto una lunga pausa e la vostra discografia è piuttosto scarna per una carriera che dura ormai da 15 anni; pensate sia meglio dosare le energie o tutto questo è causato da fattori extramusicali?
Più che dosare le energie ci piace scrivere canzoni quando ne sentiamo il bisogno e l’ispirazione. Secondo me darsi scadenze prefissate è un ottimo modo per far uscire album di cui non si è del tutto convinti. Per contro, la nostra massima felicità è avere in mano un prodotto che noi stessi continuiamo ad apprezzare dopo mille ascolti. E per questo ci vuole il suo tempo.
Da band prettamente hardcore melodico a rock band nel senso più ampio possibile: i fattori che vi han portato a questo cambiamento?
Direi in primis il cambio di mezza line-up: ci sono un nuovo chitarrista e un nuovo batterista (rispettivamente Michele Suzzi e Nicola $nico Santi) nella formazione che ha scritto e registrato quest’ultimo album. Più in generale possiamo dire che le influenze e gli ascolti musicali di tutti i componenti della band sono talmente vari che attualmente ci sarebbe stato stretto un genere preciso con i suoi cliché. Abbiamo suonato quello che ci piaceva e ci veniva naturale in questo periodo e Daylight ne è il risultato.
Vi siete autoprodotti, cosa che ormai non fa “più notizia”: cosa pensi del fatto che la possibilità di avere un buon prodotto a costi contenuti dia voce a tanta gente, con il riflesso di frammentare il mercato e mettere in secondo piano nomi validi ma che non hanno la fortuna di emergere?
Hai sicuramente colto nel segno. Produrre un album di qualità medio-alta al giorno d’oggi è davvero alla portata di tutti e ascoltando così tante proposte si fatica a capire chi abbia veramente la spinta giusta e chi invece stia bluffando. Però mi sento fiducioso che qualche orecchio fino nel mondo della discografia ci sia ancora e sappia cogliere le differenze e dare le giuste possibilità a chi davvero le merita.. mi sto illudendo vero?
E come curerete la promozione? State pianificando anche date al di fuori dell’Italia?
Per la promozione siamo stati seguiti fino ad ora da Eros Pasi, mentre da poco siamo entrati nel roster dell’agenzia Mainstream Project in cui confidiamo molto. Proprio in questi giorni stiamo organizzando le date per la stagione a venire, con buone possibilità di realizzare a breve un tour europeo. Il sogno di sbarcare anche in USA e Canada (dove il CD sta andando molto bene) è sempre lì nel cassetto, e faremo tutto il possibile per andare a promuovere Daylight anche oltreoceano.
Nicola Lucchetta