Concerto Incubus Londra (Regno Unito), 4 novembre 2011

Difficile essere pienamente oggettivi e capaci di separare la semplice cronaca dalla soggettività quando hai aspettato 13 anni per vedere gli Incubus, la band preferita della tua adolescenza autrice di un disco (“S.C.I.E.N.C.E.“, per chi fosse interessato) che piazzi tranquillamente nella tua personale top 10 di sempre. Proprio per questo, inizio subito con la visione del fanboy: per quanto possano fare nuovi album di altissimo livello, come l’ultimo “If Not Now, When?“, alla fine i deliri ci sono stati con i pezzi degli esordi. Brandon Boyd e soci, non fate l’errore di dimenticarvi del passato, come ad esempio “New Skin“.

Messa da parte la penosa parentesi da fan della prima ora, parliamo più seriamente del concerto degli Incubus all’Alexandra Palace, incredibile location situata nella zona nord di Londra (con spettacolare vista panoramica della capitale britannica) che ha ospitato la seconda tappa del tour europeo degli Incubus. Il sold out annunciato a poche settimane dalla data londinese conferma il successo dei californiani anche in Europa, mercato nel quale hanno ingranato solamente a carriera già ben avviata oltreoceano.

La scaletta proposta segue il modus operandi del tour estivo-autunnale statunitense: una rosa di pezzi sempre proposti affiancata ad altri che variano da serata a serata, in un mix che rende ogni concerto diverso. Per il live di Londra i Nostri pescano dal cappello perle come “Vitamin“, “The Warmth” e “A Certain Shade Of Green“. Ottima la risposta dei brani tratti dall’ultimo disco, letteralmente saccheggiato con sette pezzi in scaletta, anche se “Tomorrow’s Food” piazzata in chiusura, per quanto sia un episodio affascinante da “If Not Now, When?“, ha fatto storcere il naso a più di uno. Scontato invece il calore del pubblico durante le storiche ballad: da cardiopalma le versioni di “Drive” (potete vedere un video amatoriale poco sopra) e la più elettrica “Pardon Me“, entrambe tratte da quel “Make Yourself” che li ha messi sulla bocca di tutti.

DI fronte ad una scaletta che comunque è riuscita a far contenti tutti, la cosa più importante è che i componenti sono stati tutti autori di un live maiuscolo: in risalto la sezione ritmica e il frontman Brandon Boyd. Proprio sul frontman è meglio sprecare qualche parola in più.. spesso vittima di serate mediocri, il cantante invece ha stupito con uno stato di forma eccezionale, riproponendo senza sbavatura alcuna tutti i brani delle quasi due ore di concerto. Scontato dire che una parte del pubblico femminile era là per lui, ma per fortuna non ci sono state delle scene di isteria tipiche di live di teen idol.

A pochi giorni dal concerto di Milano, e alla luce del clamoroso stato di forma del quintetto nella data londinese, si può solo dire una cosa: fan italiani, non perdetevi il concerto degli Incubus di martedì prossimo. Sarebbe un gran peccato.

Setlist Incubus: Privilege, Wish You Were Here, Adolescents, Pardon Me, Promises, Promises, If Not Now, When?, Anna Molly, Talk Shows on Mute, Vitamin, A Crow Left of the Murder, In the Company of Wolves, Defiance, Love Hurts, The Warmth, A Kiss to Send Us Off, Dig, Drive, Switchblade, Megalomaniac, A Certain Shade of Green, Tomorrow’s Food

Nicola Lucchetta

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