Non abbiamo mai nascosto, e più volte nel corso degli anni passati, gli apprezzamenti nei confronti dei Dillinger Escape Plan, una delle più affermate e influenti hardcore band degli ultimi dieci anni capace di infilare, a cavallo tra Secondo e Terzo Millennio almeno due capolavori del calibro di “Calculating Infinity” e “Irony Is A Dead Scene“. Ci sarebbe sembrato scortese, quindi, non presenziare alla prima tappa del loro tour primaverile; freschi reduci dal belga Groezrock, gli statunitensi hanno infatti programmato ben tre concerti nel nostro Paese.
Una scaletta che, a livello di minutaggio, presenta differenze minime rispetto a quella del precedente tour (poco più di un’ora di show), ma con qualche modifica sostanziale alle tracce proposte: meno pezzi dall’ultimo “Option Paralysis“, per un best of focalizzato sugli ultimi dieci anni di storia. Variazioni anche nell’ordine dei brani proposti, con un inizio bello scoppiettante caratterizzato da “Panasonic Youth“, “Milk Lizard” e “43% Burnt“, piazzata già nella prima parte dello show, e una seconda dove spadroneggiano gli estratti da “Miss Machine” e la conclusiva “Farewell, Mona Lisa“, con il refrain centrale cantato dai presenti. Il tutto proposto con una precisione strumentale da veri professionisti, con un ritmo e un’intensità seconda a ben poche band.
Fisicità è la parola d’ordine di uno show dei Dillinger Escape Plan: in sessanta minuti vedremo Ben Weinman suonare sopra casse e testate e saltare da esse (con tanto di spaccata in volo), Jeff Tuttle incitare il pubblico delle prime file una volta sì e un’altra pure e Liam Wilson, l’hippie del combo, dondolare con il basso per il palco. La vera star, da questo punto di vista, resta però Greg Puciato (accompagnato in tour dalla fidanzata Jenna Haze.. sì, quella Jenna Haze): frontman dalla carica esplosiva (si aggrapperà sulle americane del palco a fine esibizione, facendo dondolare pericolosamente una cassa), si ritroverà con la tshirt smanicata già nella prima metà del concerto a causa dei contatti fisici con i fan, frequenti sin dai primi minuti di concerto. Dal punto di vista vocale, invece, adotta un registro più acuto rispetto al recente passato, cosa che potrebbe far riflettere sugli sviluppi del prossimo lavoro in studio del gruppo.
Niente da dire: un concerto dei Dillinger Escape Plan è sempre un evento. E il quintetto lo ha confermato anche in questa seconda calata veneta nel giro di un anno e mezzo. Non ci resta che aspettare l’uscita del nuovo album: anche se al momento non sono emersi dettagli, c’è da aspettarsi la sua release nel corso del 2013.
Setlist: Panasonic Youth, Milk Lizard, Room Full of Eyes, 43% Burnt, Gold Teeth on a Bum, Black Bubblegum, Hollywood Squares, Weekend Sex Change, Sugar Coated Sour, Fix Your Face, Good Neighbor, Setting Fire to Sleeping Giant, Sunshine the Werewolf, Farewell, Mona Lisa
Nicola Lucchetta