Tying Tiffany, cantante originaria di Padova, ha pubblicato ad inizio 2012 “Dark Days White Nights“, il suo ultimo album che sta riscuotendo un buon successo nel settore, lanciato anche dal singolo “Drownin’” presente nella colonna sonora del videogame della EA Sports Fifa 2012. Ci puoi parlare del processo di scrittura e registrazione di “Dark Days White Nights”? Dopo “People’s Temple”, l’album precedente, avevo ripreso a lavorare su alcuni brani che avevo lasciato inconclusi, volevo bilanciare impatto ed atmosfera raffinando gli arrangiamenti. Avevo ancora molto da sviluppare dalle sonorità e, dal discorso iniziato precedentemente, ho lavorato ad alcune idee che avevo in mente, costruendo la struttura di “Dark Days White Nights”. Mi piaceva l’idea di giocare con gli opposti e con i doppi significati, come è proprio il titolo dell’album. Non ho seguito uno schema preciso, di solito parto con una melodia che mi gira in testa, che posso trascrivere in varie forme o soluzioni, l’album è stato registrato in parte analogico ed in parte digitale seguendo un processo di statificazione a fasi, Dopo la parte di programmazione ho ultimato i brani con l’inserimento di voce, chitarre, bassi e percussioni.
Come ti sei sentita quando hai trovato il primo singolo tratto dal tuo album, “Drownin'”, nella colonna sonora di Fifa 12?
Ovviamente è stata una grande soddisfazione; far parte di un contesto così globale ed essere ascoltata da un’ utenza così vasta mi ha fatto capire il valore di quello che ho costruito fino ad ora. Non è facile rapportarsi ad un pubblico così ampio e misto, nella propria nicchia ci si sente sempre più sicuri, protetti. Dopo Fifa molte persone, ogni giorno da ogni parte del mondo, mi scrivono, si avvicinano alla mia musica, è gratificante quando questo avviene mantenendo sé stessi e rimanendo artisticamente ciò che si è. Negli ultimi anni la qualità delle sonorizzazioni per videogames è cresciuta in maniera esponenziale, basta vedere la playlist di Fifa 2012, vengono curate tanto quanto le produzioni discografiche.
Proponi un genere per nulla usuale nel panorama nazionale. Quali sono state le tue maggiori influenze e quali le ragioni che ti hanno spinto a proporre della musica così “diversa” per la scena italiana?
Sicuramente le mie influenze nascono dalla musica elettronica tedesca, ma anche il post-punk, new -wave, ambient e techno, non ho mai voluto far parte di una scena specifica perché le regole di appartenenza le vivo come una prigione, seguo semplicemente quello che sento e non mi rivolgo ad un territorio specifico ma a tutti indistintamente. Per questo motivo preferisco lavorare con una label internazionale. In Italia non è mai esistita una scena che riuscisse ad imporsi realmente, tranne che per il cantautorato, rock italiano o alla canzone pop dai canoni classici, non a caso i progetti che purtroppo ”funzionano” sono ancora quelli filo anni 90 derivati dalla “Mescal generation”, basati su radici culturali e ideali triti e ritriti capaci solo di attirare orecchie mediocri. Nella musica non investe e rischia quasi più nessuno e in Italia ancor meno, ed è un continuo ripetersi con le solite proposte. La disinformazione a volte è talmente disarmanate che mi è capitato di leggere che il mio essendo un genere “diverso” dalla scena italiana è ispirato a Crystal Castles o cose simili, quando non molti sanno che il mio progetto esiste da molti anni prima e che il mio suono nasce da radici completamente differenti. Questo è dovuto dal fatto che qui si tende ad associare sempre e a guardare ciò che viene proposto e spinto dall’estero secondo l’ultimo trend, con super budget e mega uffici stampa, che riescono a schiacciare anche quel poco di nuovo che viene dall’Italia.
E cosa mi racconti del tuo rapporto di amicizia con gli Atari Teenage Riot? Come hai vissuto la notizia del loro ritorno un anno fa?
I contesti in cui suoniamo sono spesso gli stessi, per genere e pubblico, quindi, dopo una serie di date fatte assieme per il tour di Alec Empire, ho collaborato con Nic Endo ad un mio brano “Slow motion” contenuto nel secondo album. Ho remixato anche un brano di Hanin Elias dal suo ultimo album. Non ho avuto modo di assistere agli ultimi live degli Atari Teenage Riot, ma personalmente ho apprezzato molto i progetti solisti di Alec Empire, Nic Endo e Hanin Elias.
La tua musica può trovare spazio in più sfumature. Preferisci quella scena live, che ti sta vedendo protagonista in questi mesi in giro per l’Italia, o il clubbing?
Non ho problemi nel confrontarmi in situazioni differenti, mi sento a mio agio ovunque e in qualsiasi contesto dove venga accolto con curiosità e passione quello che propongo. Non credo che siano i luoghi, ma le persone che creano le situazioni giuste.
Nel corso degli anni hai fatto supporto a band diverse tra loro: dai Pennywise ai dEUS, passando per Alec Empire e Iggy Pop. Quali sono le ragioni che ti hanno spinto ad accettare un percorso live così variegato?
Non ho passivamente “accettato” il mio percorso live, ma quello che propongo assieme alla mia band, vive ugualmente bene anche in situazioni differenti tra loro. Questo probabilmente perché, come ti ho spiegato, non mi sono mai chiusa in una scena, ma ho semplicemente scelto sempre quello che mi piace fare ed essere.
Terminato il tuo tour italiano, quali sono i piani promozionali per l’estate e per l’ultima parte del 2012?
Da settembre partirò dalla Germania per concludere l’anno in giro per l’Europa. Inoltre ho recentemente iniziato assieme a Lorenzo Montanà un nuovo progetto chiamato TTL (ThroughTheLens) e dedicato alla composizione di soundtrack per il cinema. Infine sarò impegnata con la realizzazione del mio nuovo EP.
Nicola Lucchetta