Continua senza sosta, da almeno un decennio, la moda dello swedish death, che vede band più o meno simili tra loro “venire fuori dalle fottute pareti” e quasi sempre con lo status di “nome imperdibile”. Cadono in questa trappola anche gli InMate, nome nuovo della scena slovena arrivato con “Free At Last” al debutto con Graviton Music Services e recentemente passato anche in Italia per un’esibizione live. La loro proposta, pur ben confezionata dal punto di vista dell’apparenza (ottima produzione, look ben curato), in realtà rappresenta alla perfezione il vuoto pneumatico di un genere da tempo alla deriva, figlio ai limiti dell’emulazione di quanto già fatto da nomi come In Flames, Engel e Bullet For My Valentine.
“Free At Last” è un lavoro imperdibile per gli under 18 e per chi si affaccia per la prima volta al genere; per tutti quelli più “anziani”, siamo di fronte ad un nome onesto, ma ricco di cose già sentite più volte dal 2000 in avanti.
Nicola Lucchetta