Burn Selector Festival 2012 Cracovia Polonia 1 giugno 2012

Il Burn Selector Festival 2012 è un festival che si tiene nel centralissimo polmone verde di Błonia, capace di catalizzare già nella sua prima edizione l’attenzione di autorevoli riviste straniere come la britannica NME. Gli ingredienti sono semplici: spazio intimo, bill imperdibile per gli aficionados della musica elettronica, organizzazione esemplare e due palchi coperti (con dei pittoreschi tendoni da circo) collegati tra loro da una passerella.

La prima giornata aveva due enormi motivi d’interesse: Chase And Status e Hadouken!. Per i primi un vero e proprio test in vista dell’attesa esibizione all’Heineken Jammin Festival di Rho come supporter dei Prodigy; per i secondi, invece, toccare con mano la validità di un progetto che fa tanto parlare di sè da tempo. Il resto era comunque interessante: abbiamo avuto l’occasione di ascoltare spezzoni di varie band come il duo polacco Rebeka (lanciato dal recente singolo “Stars”), il solista Redinho (molto abile nell’uso del vocoder e dell’autotune), Totally Enormous Extinct Dinosaur (e i suoi volumi oltre il limite di guardia) e Neon Indian (e il suo electro indie che tante positive opinioni ha raccolto tra la stampa specializzata, come ad esempio Pitchfork); quindi toccata e fuga nel terzo stage, lo Yellow Dome Stage, per il dj set di Eltron John (sì, ci siamo andati solo per il nome).

Il concerto di Chase And Status, che per l’occasione si presenta in veste live, inizia alle 22. Figata oltre la migliore delle aspettative. Tutti i dubbi e le perplessità sorti con l’ultimo “No More Idols” (una manciata di pezzi clamorosi accerchiati da tanta noia) vengono spazzati dall’onda d’urto del duo di produttori discografici britannici, in uno show breve (poco più di un’ora) ma che ha lasciato letteralmente senza fiato già dall’iniziale “No Problem“. La marcia in più dei londinesi è solo una: amplificare la resa sonora dei brani su cd, ricorrendo ad una cura del suono molto attenta e puntuale, alle chitarre suonate dallo stesso Chase e al carisma di MC Rage, al punto che anche pezzi deludenti come “Hypest Hype” sembrano rinascere riproposti sopra un palco. Il poco tempo a disposizione ha costretto scelte sofferte a livello di setlist proposta: saltano infatti “Heavy” e “Hocus Pocus“. A fronte di esclusioni eccellenti, spazio a legnate pescate dal debutto come l’accoppiata “Smash TV“, e il suo campionamento di “Welcome To The Jungle”, e quella “Pieces” con Plan B che è forse il loro capolavoro. Dal più recente cd, uscito ormai un anno e mezzo fa, da citare una versione da lacrime di “Let You Go“, “Blind Faith” con Liam Bailey (unico ospite in carne e ossa) e la conclusiva “Fool Yourself“. In mezzo, una cover di “Killing In The Name” dei Rage Against The Machine (durante la quale mi è volata sul naso una Converse ndr) e un pezzo inedito trascinato da una strofa eccezionale e frenato da un ritornello mediocre.

A fronte di uno show over the top come quello di Chase And Status, gli Hadouken! avrebbero dovuto fare almeno il concerto della vita per poter competere. E così non fu. Certo, il pubblico ha saltato dall’inizio alla fine, ha fatto qualche (ridicolo, ndr) wall of death e a livello musicale i ragazzi ci sanno fare. Ma la differenza di performance è stata quasi abissale. Forse malato, il cantante James Smith non ha retto la durata del set, arrivando stanco e svociato sulla conclusiva “Parasite“, ottimo trampolino di lancio del quarto full length arrivato però svuotato della potenza e del fun, che ha sempre caratterizzato la loro proposta, alle orecchie della gente. Dal nuovo album, ancora in fase di lavorazione, vengono presi diversi estratti che, pur essendo stati proposti in una serata no per il combo londinese, hanno dimostrato di avere il potenziale per reggere il confronto con il passato. Un concerto, della durata simile a quella di Chase And Status, focalizzato sull’ultima e la nuova parte di carriera, con l’accoppiata “Rebirth” / “Turn The Lights Out” (opener di “For The Masses“) piazzate quasi ruffianamente alla fine.

Partito come una scommessa, il Burn Selector Festival si è rivelato un’ottima sorpresa. Organizzazione eccellente (dalla logistica dell’area ai bagni chimici, profumati e puliti, con tanto di fontanelle per la pulizia delle mani), pubblico caloroso e bill più che interessante per i fan del genere. La giornata più rock-oriented del lotto ci ha lasciato in dote una performance memorabile di Chase And Status (diventeranno i nuovi Pendulum?), un concerto di luci e ombre degli Hadouken! e la certezza che, dal prossimo anno, si dovrà considerare anche questa manifestazione nella scelta degli eventi estivi ai quali partecipare.

Nicola Lucchetta

 

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