Quando si parla di Ska-punk mi vengono sempre in mente gli anni ’90: catapultato indietro di una ventina d’anni, ricordo vagamente (causa giovane età) un contesto musicale e artistico molto diverso da quello dei giorni nostri. Per questo motivo ero scettico riguardo a questo album, pensando che fosse troppo distante dal mondo musicale moderno per poter essere considerato veramente valido. Naturalmente i Less Than Jake questi problemi non se li sono mai posti, fregandosene di tutto e portando semplicemente avanti, con ostinazione e passione, il progetto che dal 1992 li vede lanciati sulle scene statunitensi e mondiali.
“Greetings And Salutations” è il nono album della band, ed è effettivamente il tipo di album che ti stende fin dall’inizio. Il primo pezzo, “The New Auls Lang Syne”, è solo una chiara introduzione a quello che si ascolterà nel prosieguo: un disco piacevole, coinvolgente per tutto il suo sviluppo, e che vanta pezzi di qualità e spessore, come “Goodbye Mr. Personality”, “Oldest trick In The Book” e “Done And Dusted”. Musicalmente parlando è indirizzato più su un punk non troppo spinto che sullo ska: l’accompagnamento di batteria e chitarra è infatti dritto e potente, raramente in levare; sempre presenti (e come potevano mancare?) trombone e sax, che in alcuni brani risaltano particolarmente all’interno del contesto.
Punto a sfavore: alla lunga può essere un po’ monotono, o quanto meno inevitabilmente ripetitivo. Del resto non è il disco che si mette su per riflettere o cercare nuovi orizzonti musicali; è il disco che ascolti la mattina a colazione se pensi che potrebbe essere una buona giornata, in macchina con i tuoi amici a volume improponibile o mentre vai a correre per darti un po’ di carica. La miscela vincente di “Greetings and Salutations” sta nel fatto che a scriverlo sono stati musicisti con un’esperienza ventennale che però, in quanto a passione, non sono niente più che degli adolescenti con il punk (e lo ska) nel sangue.
Stay young, stay Less Than Jake.
Marco Bassano