Per chi avesse ancora dei dubbi sul peso artistico dei Calibro 35, prenda e vada a vederseli alla prima occasione utile, perché siamo di fronte ad uno dei pochi nomi veramente validi usciti dal panorama italiano degli ultimi dieci anni. E non è la solita frase sensazionalistica sparata per fare colpo: a loro favore infatti ci sono tre dischi che viaggiano dal buono in su, un paio di tour negli Stati Uniti (tra cui una citazione tra le “band da non perdere” al festival indipendente CMJ del 2010) e, per quanto possa contare nel 2012, un recente debutto televisivo nel talk show di Fabio Volo. Niente male, per un gruppo nato come cover band.
La loro serata al New Age di Roncade è un’esibizione senza tante chiacchiere: cento minuti di concerto nel quale il quartetto ha interagito con il pubblico solo nella parte finale, dando spazio alla musica, la vera attrazione della serata. E il tutto seguendo nessun filo logico, lasciando piena libertà alla loro espressione, scrollandosi di dosso anche i “confini” di una scaletta che, come ammesso dal polistrumentista Enrico Gabrielli, si è rivelata inutile. Quasi due ore di concerto nelle quali si sono alternati i brani inediti presi prevalentemente dal loro ultimo lavoro “Ogni riferimento a..” (tre su tutti la title track, “Uh Ah Brr” e “Il Pacco“) alle diverse cover, tra le quali vale la pena citare una “Profondo Rosso” piazzata nella parte finale del set e l’accoppiata meneghina “Milano Odia” e “Milano Calibro 9“. Il tutto infarcito da improvvisazioni, versioni allungate, rare parti vocali (anche se, più che altro, parliamo di risate malefiche e vocalizzi), strumenti vintage (amplificazione della batteria inclusa) e un estratto audio del monologo del Gobbo nel locale della Roma bene, tratto dal film “La Banda Del Gobbo”.
In un concerto praticamente esente da difetti, i Calibro 35 confermano davanti al pubblico del New Age il loro immenso valore: un vero e proprio tesoro della musica nazionale, quello delle colonne sonore dei film anni Settanta, viene riportato alla luce da dei musicisti che quegli anni li hanno vissuti, al massimo, da ragazzini. Un’esibizione eccelsa da un nome che, come detto prima, è tra i più importanti usciti dal nostro panorama nell’ultimo decennio.
Nicola Lucchetta