Asaf Avidan Bologna Zona Roveri 5 dicembre 2012

Asaf Avidan arriva in Italia e lo fa presentandosi in una freddissima serata di dicembre a Bologna; nonostante il “Zona Roveri” sia piuttosto lontano dal centro, e il concerto sia di mercoledì sera, il pubblico ad attendere Asaf è numeroso e in curiosa attesa. Un pubblico piuttosto eterogeneo a dire la verità, dove ai soliti universitari e giovani in generale si accostano anche uomini e donne di mezza età, affascinati dalle canzoni e dalla voce del cantautore israeliano.

All’alba delle 22:40, quando il pubblico inizia a rumoreggiare per la lunga attesa, Asaf si presenta sul palco: spigliato, genuino, attacca a suonare i suoi pezzi. L’atmosfera è intima, con luci soffuse e un palco che potremmo definire “minimalista”: ad un paio di chitarre si accompagna solamente un pianoforte. Avidan prende per mano il suo pubblico, le canzoni si susseguono l’una dopo l’altra in un concerto che stupisce e coinvolge. La voce del 30enne israeliano è qualcosa di magico, e tutti sono sorpresi dalla sua capacità di farne ciò che più gli aggrada, nonché di cogliere note altissime con una facilità disarmante; l’estensione vocale colpisce dal vivo più di quanto non accada ascoltando l’album, per non parlare del tono ruvido, graffiante, dalle caratteristiche spiccatamente femminili, capace di incantare lasciando sospesi e sognanti i presenti.

La presenza sul palco è un altro elemento che assolutamente non manca. Asaf è calmo ma coinvolgente, interagisce con il pubblico prima raccontando la storia di come ha iniziato la sua carriera musicale (solamente sei anni fa a causa di un amore andato male), e poi chiedendo alla regia di puntare le luci sulla platea per vedere tutti, commentando: “ci si sente in soggezione così, eh?”. Al momento del bis arriva l’immancabile e famosissima “One Day”, probabilmente molto migliore in versione acustica che in quella ascoltata centinaia di volte in radio, più un paio di pezzi regalati su richiesta di alcune ragazze presenti.

Asaf Avidan saluta il “Zona Roveri” dopo quasi un’ora e mezzo di concerto, un’ora e mezzo di musica e parole che lasciano l’impressione di aver assistito ad un’ottima esibizione da parte di un artista che ha tanto da offrire dal punto di vista vocale, musicale e di contenuti.

Marco Bassano

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