Converge Intervista con Kurt Ballou

I Converge torneranno in Italia la prossima settimana per promuovere il loro nuovo lavoro “All We Love We Leave Behind, l’ultimo album uscito poche settimane fa per Epitaph/Deathwish Inc.. In occasione dell’attesa calata italiana di una delle hardcore band più importanti del Terzo Millennio (19 dicembre al Factory di Milano e il 20 al Traffic di Roma), abbiamo avuto la possibilità di fare una veloce chiacchierata via email con Kurt Ballou, chitarrista della band e tra le menti principali del progetto, famoso anche per la sua prolifica attività di produttore discografico.

Come è nato il nostro ultimo lavoro “All We Love We Leave Behind”?
E’ stato semplice, ma è stato anche un processo che ha richiesto tanto tempo. Ci siamo incontrati più volte nel corso del 2011 e il mio studio veniva usato come banco di prova per la stesura del nuovo materiale. Non avevamo scadenze da rispettare: abbiamo seguito l’ispirazione e provato a comporre dei pezzi che fossero i migliori che avessimo mai scritto. Poi è partita la fase di produzione vera e propria: abbiamo preso dei microfoni e registrato i pezzi.

Segui ancora personalmente i Converge come produttore?
Sì, ed è una cosa che faccio sin dai tempi di “Jane Doe”. Inizialmente seguivo solamente alcune delle fasi di lavorazione: con “Jane Doe” mi ero limitato ad aiutare nella fase di registrazione e missaggio, mentre per il successivo “You Fail Me” solo per il missaggio. Da “No Heroes” in avanti, invece, lavoriamo nel mio studio. Seguo personalmente tutte le fasi di produzione, la ritengo una cosa di grande aiuto nel processo creativo che abbiamo stabilito negli ultimi anni; in un certo senso, il flusso di lavoro non è radicalmente cambiato rispetto al passato.

Il processo creativo quindi non prevede il coinvolgimento di alcun aiuto esterno?
Ti preciso una cosa: scrittura, arrangiamenti, registrazioni vere e proprie e missaggio li ritengo tutti parte del processo creativo. Gli unici aiuti esterni che abbiamo ritenuto necessari sono stati degli esperti nelle registrazioni delle parti di batteria e per la fase conclusiva del mastering. Un altro discorso è la collaborazione con Max Moore, il regista che ha seguito insieme al suo team la registrazione del video di “Aimless Arrow”. In questo caso abbiamo dato a lui grande fiducia: Jacob Bannon ha spiegato ciò che ha ispirato il testo, introducendo alcuni suggerimenti visuali. Max ha preso e trasportato tutto nel video di “Aimless Arrow”. Facile.

“All We Love We Leave Behind” ha ottenuto ottimi riscontri dalla stampa specializzata, che ha parlato anche di apice compositivo dei Converge. Credi anche tu che sia il vostro migliore disco? E cosa ti aspetti dai fan italiani, che vi accoglieranno nei prossimi giorni?
Sì, credo che “All We Love We Leave Behind” sia il nostro migliore disco. Ma potrei non essere affidabile, perché penso sempre che il nostro ultimo lavoro sia il migliore. Dai prossimi concerti in Italia spero di passare delle ottime giornate: abbiamo diversi amici nel tuo Paese.

E’ difficile combinare la carriera di musicista con quella di produttore discografico? E in quali progetti sei attualmente coinvolto?
La cosa può essere veramente difficile da gestire. Spesso sono costretto a programmare la mia vita con diversi mesi di anticipo. La cosa può essere snervante, ma, per come la vedo io, è meglio essere impegnati che annoiati. Di recente ho terminato i dischi di Kvelertak e Batpists. Prossimamente ho in programma altri gruppi come, ad esempio, Nails, APMD, Doomriders, Skeleton Witch, Castles e Oathbreaker.

Ultima domanda.. lavori ancora in analogico o hai iniziato ad armeggiare attrezzature digitali?
Uso entrambe le tecnologie. Sono cresciuto con i nastri e con le vere console: questo è il modo di lavorare che mi affascina e che, se posso, utilizzo con priorità. Ma è inevitabile, ai giorni d’oggi, fare affidamento su dei programmi come Pro Tools, del quale sfrutto diverse feature. Certo, nel 2012 mi ritrovo ancora a fare il missaggio attraverso una console, ci credi?

Nicola Lucchetta

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