Gli Adam Carpet sono un progetto che va oltre le semplici note e i beat di batteria. Il gruppo, che vede coinvolti ex membri di diversi nomi di spicco del rock italiano degli ultimi anni (Timoria, Le Vibrazioni tra tutti) e alcune giovani reclute (Silvia Ottanà al basso), ha infatti deciso di rendere la propria proposta come una vera e propria esperienza multi sensoriale al punto che il collettivo Akme, specializzato nel settore del mapping (brevemente: utilizzare delle superfici irregolari per trasmettere delle proiezioni), ne è un membro effettivo avendo curato il video del primo singolo “Babi Yar” e seguendo la produzione live del progetto.
L’omonimo debutto degli Adam Carpet è un disco che risente molto della musica anni Ottanta, principalmente per la presenza quasi ingombrante delle linee di basso a cavallo tra new wave e grunge, ma che presenta agganci più moderni, come ad esempio delle sonorità ambient e alcune trovate ritmiche che richiamano in maniera velata i Tool. Un album che in ogni caso è un po’ fine a sé stesso, se ci si limita ad un semplice ascolto sullo stereo: proprio per la natura del progetto, è matematico che “Adam Carpet” guadagni diversi punti in sede live, grazie principalmente a quel lato visual che, visto il video della già citata “Babi Yar”, avrà un ruolo a dir poco predominante nell’alchimia della proposta on stage.