Il legame tra Festival di Sanremo e Brit Awards è una cosa che a prima vista può sembrare una cosa senza senso, ma per noi music addicted c’è un collegamento molto forte tra le due rassegne più famose di Italia e Regno Unito: salvo casi eccezionali, terminato il primo inizia il countdown per secondo. Anticipato da un gala domani sera presso lo Shepherd’s Bush Empire di Londra (con esibizione di una band di poco conto, i Muse), i Brit Awards 2013 si terranno mercoledì 20 febbraio presso la o2 Arena di Londra, confermata anche quest’anno come teatro dell’evento. Insieme all’assegnazione dei premi, sono già state confermate una serie di esibizioni di artisti di grido: Robbie Williams, Muse, Ben Howard, One Direction, Mumford & Sons, Emeli Sandé e Justin Timberlake sono infatti i musicisti che intratterranno il pubblico tra un award e l’altro.
Ripetiamo un po’ quanto già detto lo scorso anno anche per l’edizione 2013: le nomination ve le abbiamo già presentate e, al grido di “this is the show biz bitch!“, ci tuffiamo nel mare dei pronostici, per un’edizione che si preannuncia più equilibrata rispetto allo scorso anno.
British Breakthrough Act:
Alt-J
Ben Howard
Jake Bugg
Jessie Ware
Rita Ora
Mettiamoci il cuore in pace: stravinceranno gli Alt-J con un distacco abissale sugli avversari. “An Awesome Wave” è stato un successo epocale, capace di catapultarli in pochi mesi da zero al Mercury Prize, uno dei più ambiti del mercato discografico d’Oltremanica. Per gli altri quattro solo le briciole, con un sussulto che potrebbe arrivare solamente da Rita Ora, popstar kosovara naturalizzata britannica anch’essa protagonista di una crescita esponenziale nel giro di pochi mesi.
British Female Solo Artist:
Amy Winehouse
Bat for Lashes
Emeli Sandé
Jessie Ware
Paloma Faith
Non glielo avranno dato lo scorso anno per non speculare sulla sua morte, il cui eco risuonava ancora a diversi mesi di distanza. Utilizzando come esca la pubblicazione di “Amy Winehouse at The BBC” (disco il cui ricavato andrà alla fondazione che porta il suo nome, nata allo scopo di prevenire gli abusi di alcol e droghe tra i minori), il premio assegnato a Amy Winehouse è l’ideale premio postumo alla carriera del talento vocale femminile più clamoroso uscito negli ultimi dieci anni (ciao Adele).
British Group:
Alt-J
Mumford & Sons
Muse
One Direction
The xx
Anche se i nomi sono quasi tutti di altissimo livello (ci siamo capiti…chi è l’intruso?), i Muse li vediamo leggermente sopra rispetto alla concorrenza: “The 2nd Law” è un disco in linea con la qualità (altissima) della loro discografia e il tour invernale (praticamente sold out ovunque) ed estivo (anch’esso di gran successo) ci mostra una band in forma strepitosa. Certo, i Mumford And Sons sono un nome da non sottovalutare, forte anche del recente trionfo ai Grammys, ma avranno tempo di ritagliarsi soddisfazioni in futuro.
British Live Act:
Coldplay
Mumford & Sons
Muse
The Rolling Stones
The Vaccines
Premio alla carriera per i Rolling Stones e tutti a casa. Anche se gli acciacchi dell’età si fanno sentire (più per Keith Richards che gli altri), la carica sprigionata dalla band e da quel dio dorato chiamato Mick Jagger nei recenti concerti a Londra e New York ha contagiato chiunque e gli Stones hanno dimostrato di non volere andare ai giardinetti con i nipoti. Magari, alla O2 di Londra, potrebbe arrivare anche l’annuncio di quel tour che in molti aspettano. Non c’è storia per gli altri gruppi, al punto che troviamo più divertente ipotizzare chi potrebbe sostituire i The Vaccines nella rosa dei nominati (Blur? The Cure? Kasabian?): bravi ma minuscoli di fronte ai “colossi”.
British Male Solo Artist:
Ben Howard
Calvin Harris
Olly Murs
Richard Hawley
Plan B
Calvin Harris ha fatto, fa e farà ballare mezzo mondo, ma il nostro dime lo giochiamo su Plan B. Uno dei talenti più cristallini nel suo genere (e non è un caso che la EMI gli abbia dato sonori dobloni pur di averlo in roster come talent scout) con “Ill Manors” si è reinventato come cantastorie dei Chav, capace di raccontare con freddezza le realtà dei suburbs spesso dimenticate e praticamente ignorate dai turisti. Molto probabilmente non vincerà, ma ci crediamo fino all’ultimo.
International Group:
Alabama Shakes
The Black Keys
Fun.
The Killers
The Script
Tolti gli Alabama Shakes, gli altri nomi sono di pari livello: vinca uno o vinca l’altro, non ci sarebbe nulla da recriminare. Certo è che la recente affermazione dei Black Keys (passati da band per hipster indie sticazzi a riempiarene grazie anche al singolo e video più bello del terzo millennio) ai Grammys non passerà inosservata, e non è da escludere che il duo possa replicarsi anche in Regno Unito. Da tenere sott’occhio i The Killers (che da quelle parti tirano tantissimo, più che in casa) e The Script (uno dei nomi destinati a diventare enorme tra qualche anno), mentre difficilmente una hit come “We Are Young” basterà per il successo dei Fun..
International Female Solo Artist:
Alicia Keys
Cat Power
Lana Del Rey
Rihanna
Taylor Swift
Categoria agguerrita, con la sola Cat Power un po’ indietro rispetto alle quattro colleghe. Speriamo non vinca Lana Del Rey (ha rotto da mo) e Rihanna (popstar totale, sia chiaro) e che la giuria decida di dare il premio a una delle due rimanenti, esempi di popstar di livello mondiale capaci di mantenere comunque un’immagine pulita (Taylor Swift) e di non ricorrere a facili ritocchini (come ha dichiarato Alicia Keys recentemente). Noi puntiamo sulla più giovane delle due: il Regno Unito resta comunque uno dei suoi mercati più forti, “Red” spacca e fare un video con musicisti vestiti da pupazzi come backing band è cosa da stima infinita.
International Male Solo Artist:
Bruce Springsteen
Frank Ocean
Gotye
Jack White
Michael Buble
Anche solo per le esibizioni live (AS-SO-LU-TE), il Boss Bruce Springsteen meriterebbe di vincere il premio senza riserva alcuna. Aggiungete anche il fatto che “Wrecking Ball” è un gran disco e la posizione del Jersey Boy sembrerebbe inattaccabile. Resta sempre l’imprevedibilità di rassegne di questo tipo: Frank Ocean ha pur sempre pubblicato uno dei dischi più belli del 2012, Gotye una delle hit dell’anno, Jack White è un talento al pari del Boss e Michael Buble, pur avendo scartavetrato le parti basse con i brani natalizi, in Regno Unito è un nome di grido. Premio scontato solo in apparenza, alla fine.
British Single:
Adele ‘Skyfall’
Alex Clare ‘Too Close’
Coldplay & Rihanna ‘Princess of China’
DJ Fresh Ft Rita Ora ‘Hot Right Now’
Emeli Sandé ‘Next To Me’
Florence & The Machine ‘Spectrum’
James Arthur ‘Impossible’
Jessie J ‘Domino’
Labrinth Ft Emeli Sandé ‘Beneath Your Beautiful’
Olly Murs Ft Flo Rida ‘Troublemaker’
Rita Ora Ft Tinie Tempah ‘R.I.P.’
Rizzle Kicks ‘Mama Do The Hump’
Robbie Williams ‘Candy’
Rudimental Ft John Newman ‘Feel The Love’
Stooshe ‘Black Heart’
Una lista ricca di nomi sconosciuti al mercato italiano, quindi come lo scorso anno il toppare è praticamente d’obbligo. Qui se la giocano molto probabilmente Coldplay feat. Rihanna e Robbie Williams. Dovendo scegliere, buttiamo dalla torre Chris Martin e salviamo l’ex Take That: ci vuole coraggio e talento per riuscire a fare una cover credibile del motivetto della Haribo (eccovi la versione ceca dello spot del colosso dolciario).
MasterCard British Album of the Year:
Alt-J ‘An Awesome Wave’
Emeli Sandé ‘Our Version Of Events’
Mumford & Sons ‘Babel’
Paloma Faith ‘Fall To Grace’
Plan B ‘Ill Manors’
Chiudiamo con un voto di cuore: Plan B si porterà a casa il MasterCard British Album Of The Year con il suo clamoroso “Ill Manors”. Ci svegliamo bruscamente da questo piccolo sogno e, tornando con i piedi per terra, la vittoria pare un affare a tre tra Alt-J, Emeli Sandé e Mumford And Sons, con la seconda in leggero vantaggio anche solo per il fatto che si sia piazzata ben stabile nelle chart britanniche da circa un anno. Anche se l’effetto Grammy per i Mumford And Sons (si portarono a casa l’ambito Album of the Year) non passerà inosservato.