Il nuovo album dei Billy Talent, Dead Silence, è nei negozi da settembre 2012, ma solo durante la prossima estate i canadesi riusciranno a venire nel nostro Paese per la sua promozione: pur avendo programmato dei concerti a Milano e Bolzano per inizio anno, un lutto familiare costrinse il gruppo a rinviare buona parte delle date nel Vecchio Continente. Ad un anno di distanza dal loro ultimo show (Rock In Idrho Preview, giugno 2012) intercettiamo il chitarrista Ian D’Sa, in questa ultima release discografica nell’inedita veste di produttore, per parlare del nuovo disco, del tour europeo estivo e di un traguardo importante per il quartetto canadese che arriverà nel mese di settembre…
Puoi parlarci della registrazione di Dead Silence, il vostro ultimo album che vi siete autoprodotti?
E’ stato per noi un lavoro di grande cambiamento perché, come già hai anticipato, è stata la nostra prima autoproduzione dopo diverso tempo. Non è comunque un’autoproduzione nel senso più stretto del termine: infatti ci siamo fatti aiutare da due ingegneri del suono per ottenere quello che poi è diventato Dead Silence. Un disco che ci ha visti girare per tutto il Canada, visto che le parti di batteria le abbiamo infatti registrate a Vancouver e poi tutto il resto a Toronto. E’ stato un gran lavoro, per il quale non ci siamo posti alcuna scadenza, che contiene quattordici grandi pezzi.. Dead Silence è un album che ci ha reso fieri della fatica fatta. Un po’ come per i nostri lavori passati, e credo anche quelli di altre band, Dead Silence è stato influenzato dagli album che ascoltavamo durante la scrittura: nelle varie tracce puoi sentire echi di At The Drive-In, il grunge di Soundgarden e Jane’s Addiction, i Fugazi e i The Clash. A vent’anni dalla nascita del gruppo arrivi ad un punto nel quale cerchi di scoprire le tue radici: il sound è quello che ormai è il nostro marchio di fabbrica costruito in una lunga carriera, ma è inevitabile a questo punto pescare dalla musica che ascoltavi agli esordi.
Perché non avete scelto Billy Talent IV come titolo del vostro nuovo disco?
Per una semplice ragione: quando scegli un titolo del genere inevitabilmente ti imbatti con Led Zeppelin IV, uno dei migliori lavori della storia della musica! A parte gli scherzi, la scelta di interrompere un percorso intrapreso nei primi tre lavori è da vedere come il simbolo di un nuovo inizio. E’ la prima volta che ci arrangiamo nella registrazione di un disco. Inoltre la scelta di Dead Silence come titolo è stata voluta: tutto il lavoro è stato steso all’inizio del 2012, quando sembrava che, da un giorno all’altro, sarebbe potuta arrivare la fine del mondo.
Dead Silence ci mostra una band diversa rispetto a quella del precedente disco. Anche se a livello di vendite Billy Talent III è stato un successo, avete preferito dedicare maggior tempo alla scrittura dei pezzi anche alla luce delle recensioni non sempre positive?
Sì, è vero: per questo disco abbiamo dedicato maggiore tempo in fase di songwriting perché Billy Talent III presentava una band differente rispetto a quella dei precedenti due lavori. Abbiamo voluto rispolverare il sound punk rock del primo e secondo disco, giocando su delle canzoni più veloci, concentrandoci allo scopo di fare dei brani grandiosi. Scrivevamo ovunque, in sala prove, nel tour bus durante i trasferimenti, tutto questo perché volevamo ristabilire il sound dei nostri esordi. Era una richiesta che ci era anche arrivata dai nostri fan via email o tramite i social network, soprattutto da quelli della prima ora, che erano rimasti profondamente delusi dal cambiamento stilistico. E abbiamo fatto tutto ciò fregandocene del successo avuto da Billy Talent III, grazie al quale abbiamo vinto diversi premi, tra cui uno Juno Award come disco rock dell’anno, venduto molte copie e i cui singoli erano trasmessi nei maggiori network radiofonici.
Billy Talent I festeggerà il suo decimo anniversario quest’anno. Avete in programma qualche celebrazione per questo traguardo?
Chiaramente! Il disco è uscito a settembre 2003, e proprio a settembre organizzeremo delle serate per festeggiare il decennale di Billy Talent I. Non abbiamo ancora ben chiare le idee sul cosa e come fare, ma molto probabilmente opteremo per la scelta più ovvia: quella di suonarlo dall’inizio alla fine. Inizieremo a parlarne nei prossimi giorni, ma è una cosa che sicuramente programmeremo per dopo l’estate.
Tornerete in Europa a metà giugno, con debutto ai festival tedeschi Hurricane e Southside. Che tipo di show suonerete nel nostro Continente?
Saranno delle date con delle scalette particolari: da molte parti non suoniamo da più di otto mesi, periodo nel quale Dead Silence era appena uscito nei negozi, oppure da un anno, come avverrà in Italia, mentre in altre siamo stati poche settimane fa. Suoneremo almeno sei o sette pezzi dall’ultimo disco, ai quali verranno aggiunti diversi estratti dagli altri lavori, tutte quelle cose che i nostri fan più assidui vogliono sentire. Molto probabilmente celebreremo l’anniversario di Billy Talent I in Europa a novembre, quando suoneremo al Warped Tour in Regno Unito e nei Paesi Bassi. E’ un tipo di rassegna che adoriamo e alla quale, nella sua leg statunitense e canadese, abbiamo partecipato almeno tre volte negli ultimi dieci anni. Ritengo sia stata una grandissima idea riportare questo format anche in Europa: una giornata, o un paio nel caso della tappa londinese, nella quale puoi vedere moltissime band, dai nomi più noti a quelli emergenti e promettenti. Gruppi radicati nella cultura e nel genere punk, molti dei quali hanno dei grandi seguiti nelle varie tappe. E’ un format che in Europa avrebbe grosse potenzialità, ma al momento vedo che l’unico evento paragonabile è il belga Groezrock, festival al quale abbiamo partecipato alla fine di aprile.
Sarete in Italia a luglio per due concerti, a Bolzano e Milano. Che programmi avete per queste due esibizioni, visto che siete stati costretti a cancellare le date di gennaio 2013 per un lutto familiare?
Abbiamo cancellato tre settimane di tour per questo lutto familiare, e siamo felici di poter tornare in Italia tra poche settimane, suonando a Milano e a Laives, un posto che vorrei visitare perché è una città nella quale non abbiamo mai suonato. In Italia suoneremo con i Royal Republic, band svedese che fa parte del roster della Roadrunner Records, la nostra etichetta per il precedente disco. E’ una band che non vedo l’ora di conoscere e con la quale non ho avuto grosse possibilità di entrare in contatto in passato. Ma ho ascoltato i loro album e devo essere sincero: sono felice al pensiero di suonare con una band come la loro.