Mi tirerò addosso l’ira dell’Echelon da qui ai prossimi mesi con un’affermazione di questo tipo, ma il concerto dei Thirty Seconds To Mars, in tour a Piazzola Sul Brenta per promuovere l’ultimo disco Love Lust Fate And Dreams ha confermato l’idea che ho nei loro confronti da anni: band dall’altissimo potenziale (possono piacere o non piacere, ma i quattro dischi pubblicati in circa dieci anni sono di buona fattura), veramente abile dal vivo (spazzate via le incertezze del tour di This Is War), con il frontman definitivo (Jared Leto, figo della madonna e grande artista a tutto tondo) ma che, pur con un repertorio piuttosto vasto, non riesce ad andare a tre lustri dal debutto oltre all’oretta effettiva di musica. Robe che una band all’esordio rischia di suonare di più.
Per arrivare ai novanta minuti di concerto, con inizio alle 21.45 e termine alle 23.20 circa, i Nostri si sono dovuti inventare diversi accorgimenti per allungare il brodo (ripetiamo, di ottima qualità): fossero state tolte le introduzioni strumentali e alcuni siparietti con abilissimi acrobati, avrebbero trovato spazio quei quattro-cinque classiconi presi dai primi due dischi (quasi ignorati se messi a confronto agli estratti degli ultimi due lavori) che sono mancati all’appello finale. Delusione ampiamente ricompensata dal fatto che l’Anfiteatro Camerini sarà teatro del prossimo video del gruppo: con un annuncio a sorpresa, la band ha confermato a fine show che durante la serata sono state registrati spezzoni che saranno utilizzati per il prossimo singolo Do Or Die.
Messe da parte le ombre dello show, parlare di un concerto-delusione è palesemente errato: i Thirty Seconds To Mars restano comunque un nome di spicco nell’entertainment musicale, consolidando l’immagine e i concept sviluppati negli album con l’impatto audio/video della musica live. Una band solida sostenuta musicalmente dal perfetto drumming di Shannon Leto e nell’aspetto visivo dalle comparse e, soprattutto, da un enorme pannello sul retro nel quale vengono trasmesso visual o gli stessi videoclip di alcuni brani (è successo così con Kings And Queens e la conclusiva Up In The Air). Il grosso del lavoro, però, è sulle spalle di Jared Leto, che sul palco dimostra la naturalezza di chi prende e va in tour solo per divertirsi e rompere con la monotonia quotidiana. Lo vediamo salire sul palco per qualche secondo ad incitare la band di supporto Simonne Jones, elogiare i fan “fedeli sin dal primo giorno“, ai quali dedicherà la parentesi From Yesterday / Echelon / Witness proposte con il contagocce nelle altre date del tour, e autore di una performance vocale convincente, con l’unica evidente difficoltà nella conclusiva Up In The Air. Con le grandi doti di recitazione, inoltre, riesce a vender meglio banalità e perfetti topos di band italiane all’estero come gli apprezzamenti sull’Italia e sul suo cibo.. bisogna aver talento anche in questo, senza ombra di dubbio.
Dopo i ripetuti esami di riparazione dei Thirty Seconds To Mars dello scorso tour, la band di Jared Leto questa volta merita una promozione piena: gran concerto, band in formissima e impatto audiovisivo come non si sentiva da tempo. Uno dei pochi esempi di gruppo ottimamente curato dal punto di vista dell’immagine ma che dimostra di saperci fare anche musicalmente. Certo, da appassionati del live la “fuffa” è ancora troppa e la sete di musica dopo 90 minuti di show è ancora forte. Però forse han ragione loro: di facce deluse a fine concerto se ne son viste ben poche. Forse nessuna.
Setlist Thirty Seconds To Mars: Birth, Night of the Hunter, Search and Destroy, This Is War, Conquistador, Do or Die, Depuis Le Début, End of All Days, City of Angels, Pyres of Varanasi, From Yesterday, Echelon, Witness, Hurricane, The Kill (Bury Me), Kings and Queens, Closer to the Edge, Up in the Air
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