Chiusura con il botto per il City Sound Festival, la rassegna che si è tenuta all’Ippodromo San Siro di Milano tra i mesi di giugno e di luglio. L’ultimo evento in calendario, il ritorno dei Blur dopo svariati anni di assenza dall’Italia (tre concerti nel 2003 a supporto dell’ultimo studio album Think Tank), si è rilevato alla conta finale uno degli appuntamenti più di successo della stagione 2013, capace di radunare circa 10000 persone per celebrare uno dei nomi più affermati del movimento Brit Pop.
E’ con Girls & Boys, la canzone che avrebbe voluto scrivere un certo Thom Yorke, Popscene e There’s No Other Way che il quartetto ha dato inizio alle danze ad un concerto denso di emozioni, ma troppo breve. E proprio sulla durata si può muovere l’unica critica seria (l’altra è la mancanza di Phil Daniels su Parklife, ma è un altro discorso..) al concerto: la setlist milanese si è attestata su circa novanta minuti di durata, un po’ poco per uno show da headliner nel quale non vi era alcun gruppo di supporto. Escludendo la sorpresa To The End, che la band non suonava da diversi anni, la scaletta non si muove di un millimetro rispetto a quella già suonata nelle date ai festival estivi. Una scelta di brani caratterizzata da un mix di hit generazionali come Coffee & TV, Country House e Parklife e brani più ricercati, senza spingersi a tirar fuori dal cappellino una ricercata b-side, escludendo quella Popscene che trova da anni un posto fisso in setlist.
Chi si aspettava una band stanca e finita, soprattutto dopo aver ascoltato la loro (tremenda) esibizione ai Brit Awards dello scorso anno, è stato ampiamente smentito. Certo, gli anni passano per tutti, molto più velocemente per Alex James e Graham Coxon e meno per Damon Albarn e Dave Rowntree (l’ultimo, di fatto, era “vecchio” già negli anni Novanta), ma la voglia di suonare e di far divertire senza far figure mediocri c’è ancora tutta. Con gli altri tre componenti relegati ad un semplice ruolo musicale, è Albarn a ricoprire il ruolo di intrattenitore del pubblico: svuota almeno dieci bottiglie di acqua verso il pubblico solo nei primi tre pezzi, si prende il suo bagno di folla in Country House, dimostra di saper andare oltre il cantato suonando chitarra e pianoforte e, grazie all’adozione di un registro diverso rispetto a quando era ventenne, non è vittima di tangibili svarioni a livello vocale.
Un concerto nel quale hanno avuto un ruolo predominante i brani più introspettivi e melodici, quelli che hanno fatto emergere, alla lunga, il maggior talento a 360° dei Blur rispetto agli storici rivali Oasis, ma che è terminato con il piede a tavoletta sull’acceleratore: dopo il trittico Under The Westway, For Tomorrow e The Universal, il gruppo propone una Song 2 che contrasta con il resto dell’encore. Suonata a volumi esagerati, e con la chitarra di Graham Coxon che è da annoverare tra le più belle parentesi live di questo 2013, “la colonna sonora di Fifa 98” ha posto la parola fine a un vero e proprio raduno nostalgico, la cui età media del pubblico si attestava attorno ai 25 anni. E tra i quali è emerso un solo vincitore assoluto: un ragazzo che, sin dal pomeriggio, si è presentato in coda travestito come il cartone del latte protagonista del video di Coffee & TV. Una prova di coraggio che ha spinto i Blur a farlo salire sul palco con loro per i suoi cinque minuti di notorietà. Idolo.
Setlist Blur: Girls & Boys, Popscene, There’s No Other Way, Beetlebum, Out of Time, Trimm Trabb, Caramel, Coffee & TV, Tender, To the End, Country House, Parklife, End of a Century, This Is a Low, Under the Westway, For Tomorrow, The Universal, Song 2