Gli Zebrahead sono uno dei pochi nomi della scena punk hardcore internazionale che può essere riassunto con il sostantivo “certezza“: una band che ha fatto dei ritmi veloci, del rap e del divertimento prima di ogni altra cosa uno stile di vita. E non è un caso che ad una bella donna in copertina corrisponda un gran disco: a tredici anni da quel Playmate Of The Year che li lanciò definitivamente nella scena mondiale, i californiani sfoderano un disco che ha una marcia in più rispetto al precedente Get Nice!.
Chi conosce il combo di Ali Tabatabaee sa cosa si deve aspettare: quattordici pezzi che trasudano punk rock di Orange County da tutti i pori, con molti brani che potrebbero uscire tranquillamente come singoli e almeno due titoli geniali (I’m Just Here For The Free Beer e With Friends Like These Who Needs Herpes) che rappresentano altrettanti capitoli riusciti. Unica concessione rispetto al passato è la presenza di alcuni dei brani più pesanti della loro carriera come, ad esempio, Public Enemy Number One. Ciò non vuol dire che la melodia sia stata messa da parte: tra la voce del chitarrista Matty Smith e la presenza di svariati sing along, gioca ancora un ruolo fondamentale nell’alchimia degli Zebrahead.
Uno dei migliori esponenti del punk contaminato con il rap è tornato con Call Your Friends: un lavoro che, pur non spostando di un millimetro una proposta che si può considerare consolidata, presenta diversi brani memorabili. La stessa band lo ha definito il loro miglior lavoro dai tempi di MFZB. Noi andiamo oltre: è uno dei migliori capitoli della loro quasi ventennale carriera.