Gli statunitensi Parquet Courts saranno in Italia per un’unica tappa al Tunnel di Milano il prossimo 24 ottobre 2013. Il quartetto texano, che ormai da diversi anni ha deciso di trasferirsi nella Grande Mela, promuoverà anche nel nostro Paese il suo ultimo disco Light Up Gold, da diverse settimane incensato da fan e stampa specializzata. In occasione del loro nuovo concerto, abbiamo intercettato Andrew Savage, la mente dietro al progetto con la quale abbiamo navigato nella breve storia dei Parquet Courts, dai debutti su cassetta all’attuale fama.
Puoi raccontarmi una breve storia del gruppo?
Non sono sicuro che qualcuno abbia ancora scritto una storia sui Parquet Courts. Il mio scrittore preferito di brevi novelle è Don Barthelme, sarebbe stato bello vederlo come autore della nostra biografia ma, sfortunatamente, la sua morte è arrivata prima della nostra fondazione. Se qualcuno fosse interessato a scrivere qualcosa su di noi, sarei fiero di pubblicarla.
Il vostro debutto, American Specialties, è stato stampato in un’edizione limitata in cassetta. Perché questa scelta?
Beh, non posso parlare per Ben, dell’etichetta Night People che in origine pubblico il disco, ma credo che la ragione sia stata quella che non avrebbe avuto alcun senso stampare mille copie del debutto di una band che nessuno conosce con il rischio che non vengano vendute e che si ritrovino ammassate nel tuo appartamento per anni. Le cassette sono economiche da produrre e sono il mezzo con il quale molta nuova musica interessante viene pubblicata. Molte persone hanno riscoperto tardi il culto della cassetta, ma per me e molte altre persone non è mai morto. La cultura delle musicassette continua ancora forte nella scena punk e DIY da anni.
Il vostro ultimo disco è uscito lo scorso anno. Puoi parlarmi nel dettaglio della registrazione e della scelta della copertina?
Il disco è stato registrato in tre giorni in una piccola sala prove di Brooklyn. Jonny Schenke ha avuto il ruolo di ingegnere del suono, registrando il tutto con un registratore a nastri ad otto tracce. Mezzi pezzi sono canzoni che suonavamo da diverso tempo dal vivo, e che già conoscevamo. L’altra metà è invece stata arrangiata in studio. La copertina l’ho disegnata io. Amo disegnare delle copertine che riflettano la musica presente. Il processo di acquisto di un disco parte dall’interesse per la copertina, la lettura dei testi e delle notte, l’esperienza anche tattile di avere in mano l’arte, combinata con l’impatto dell’ascolto della musica per la prima volta: tutto ciò è, per quanto mi riguarda, parte dell’esperienza. E’ sacra e voglio rispettarla quando disegno la copertina di un LP.
Perché non volete parlare delle vostre origini texane? La vostra terra di origine ha avuto un impatto sulla vostra musica? E perché avete scelto di trasferirvi a New York?
E’ strano che chiunque voglia sapere del fatto che veniamo dal Texas. Non lo trovo strano, perché personalmente molte delle persone che ho conosciuto a New York, musicisti e artisti, non vengono da New York. Non mi è mai capitato di leggere interviste nelle quali veniva chiesto perché una band del Connecticut aveva scelto di trasferirsi a New York. Max, Austin e io siamo fieri di essere texani, come ognuno si aspetterebbe, ma tutto è iniziato qui a New York. La cosa strana è che nessuno ha ancora chiesto a Sean perché si è trasferito dal Massetchussets, e ciò mi fa pensare che ci sia un qualcosa di romantico attorno al Texas. Perché ci siamo trasferiti qui? Perché gli europei si trasferiscono a Berlino o Amsterdam? Sin dalla sua fondazione, New York è sempre stata un centro di attrazione. E’ un vero e proprio magnete per tutte le persone del mondo, e le ragioni che spingono alla trasferta sono le più disparate. Ho vissuto gran parte della mia vita in Texas e ho lavorato attivamente come musicista anche quando vivevo in Texas. Ma sono arrivato ad un punto che volevo fare qualcosa di nuovo.
Sarete in Europa dalla metà di ottobre. Avete un’importante fanbase qui?
Guarda, per quanto ne so.. in Europa ci sono diverse persone che hanno sentito la musica dei Parquet Courts.