Chase And Status sono il nome più cool uscito dalla scena elettronica britannica negli ultimi anni. Dopo aver navigato nel trend dubstep/DnB nei due precedenti lavori (soprattutto con il secondo “No More Idols“), con un successo così enorme che li ha portati a lavorare come produttori di affermate popstar (da Rita Ora a Rihanna) e con il ruolo di next big thing del genere etichettato addosso da molti addetti ai lavori (grazie anche allo scioglimento dei Pendulum), i due inglesi decidono con “Brand New Machine” di tributare la scena dancefloor degli anni Novanta.
Che si parli di eurodance (“Count On Me” con Moko), hip hop (“Gangsta Boogie” con Knytro) o trip hop (“Heaven Knows” con Elli Ingram), Chase And Status costruiscono il perfetto Bignami per chi volesse conoscere la musica ballabile più in voga vent’anni fa. Come per il precedente disco, il meglio arriva però quando i due hanno carta bianca, svoltando dal fil rouge che collega buona parte delle altre tracce del disco: “International” è un piccolo capolavoro ancorato al loro passato mentre “Deeper Devotion” è un brano d’annata che svolta nostalgicamente negli anni Ottanta già dopo pochi secondi.
Una band vergognosamente ignorata in Italia che arriva al traguardo del terzo disco di qualità: se i dancefloor nazionali presentassero dei loro brani, il mondo danzerecco tricolore sarebbe sicuramente migliore.