Poco conosciuta in Italia, Katy B si è invece ritagliata negli ultimi tre anni in Regno Unito un seguito fedele, grazie a dei brani capaci di piazzarsi nelle playlist delle discoteche d’Oltremanica. Con “Little Red”, però, l’artista non lima i limiti e gli errori del debutto, frenando la carica dirompente di un’artista che avrebbe potuto tranquillamente bucare le classifiche.
In un viaggio nelle sonorità house di fine anni Novanta, ringiovanite da un sound moderno e da influenze contemporanee, spicca infatti la sola “Crying For No Reason”, ballatona che si potrebbe candidare tranquillamente tra i brani simbolo del 2014 con largo anticipo. Il resto non è altro che il “solito disco dance”, con tutti i positivi e negativi del caso: a fronte di alcuni momenti interessanti (l’iniziale “Next Thing” sembrava essere il preludio di un gran lavoro), l’aria che si respira è quella di un disco incompiuto. Ed è un peccato, perché il talento vocale di Katy B (autrice di ogni pezzo) è indiscutibile.