Nel giro di qualche anno l’Australia (ricordata praticamente solamente per nomi come AC/DC, Men At Work e INXS) è passata dal totale anonimato nel panorama musicale mondiale ad una seconda rinascita. Una sterzata la diedero già i Wolfmother nello scorso decennio, sfornando un capolavoro e un buon disco (ridimensionando tutto con uno scivolone non molti mesi fa), ma il meglio è arrivato dal pop punk, genere nel quale Stati Uniti e Regno Unito hanno praticamente il monopolio: prima i Tonight Alive e ora i 5 Seconds Of Summer, arrivati al disco di debutto dopo essere esplosi come fenomeni di Youtube e trascinati dall’eco mediatico di alcuni tour di supporto agli One Direction.
Il disco non è niente di trascendentale, un buon passatempo adatto ai teenager al primo approccio con i “chitarroni” con qualche brano ben riuscito, tra i quali moltissimi ricorderanno il singolo “She Looks So Perfect” (ma il tempo darà ragione al combo “Kiss Me, Kiss Me” / “18”), e la manciata di ballatone tatticamente piazzate a metà tracklist. I quattro giovanissimi ci sanno fare e il talento emerge anche se l’aiuto di un management della stramadonna è tangibile.
La domanda che sorge dopo l’ascolto è però un’altra: cosa c’è di diverso tra i 5 Seconds Of Summer e nomi come gli All Time Low e gli You Me At Six? Dico la mia: che gli australiani sono più sinceri degli altri due gruppi. Il quartetto ha colto l’occasione della vita, sfruttata (per ora) bene e, se proprio la dobbiamo dire tutta, non ci sono ste grandi differenze musicali tra le tre formazioni. Una band che verrà ignorata, o peggio insultata, perché emersa grazie alla teen band del momento ma che non dovrebbe essere sottovalutata nella maniera più assoluta.