Kasabian, il report del concerto di Milano dell’1 novembre 2014

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Prendi i Kasabian uno ad uno e, se ci pensi bene, non daresti a nessuno di loro manco un incarto di una caramella: Tom è l’emblema del “vorrei ma non posso”, Sergio è lo stereotipo dell’italiano medio che pensa di vestir figo sfociando nel kitsch, Chris è un cartonato con il basso tra le mani e Ian, in tutta sincerità, ha quel faccione e sorrisone pacioccone che ispira simpatia da subito. Metti insieme questi quattro elementi e ottieni, invece, una delle più favolose macchine da entertainment che si possano vedere oggi.

E che botta di concerto: dopo il successo di Roma della sera di Halloween, i quattro ragazzotti delle Midlands l’1 novembre 2014 fanno ballare gli 8000 presenti al Mediolanum Forum di Assago (Milano) con una scaletta di ben ventidue pezzi, aiutati nel compito da quattro violiniste e tre turnisti (chitarra, tastiere e fiati). Il gruppo propone una scaletta in linea con quelle delle altre date del tour, apportando minime variazioni: niente spazio all’urlo primordiale di Sergio in “Switchblade Smiles” e la scelta di proporre una clamorosa cover del main theme dei “Ghostbusters” e quella “Goodbye Kiss” che li ha fatti esplodere in Italia (e che, negli altri live, manco è passato per l’anticamera del cervello solamente metterla nei brani “di scorta”).

Lo show “che conta” dei Kasabian è quello nel quale vengono suonati i pezzi electrorock, quel filone che ce li ha fatti amare fin dal giro di basso di “Club Foot”, suonata anche in Lombardia e che a distanza di dieci anni può essere ancora annoverata tra i loro pezzi più riusciti. Meno brani del calibro di “Where Did All The Love Go?” (bella eh, ma è uno dei rari freni di una setlist tiratissima) e più brani ballabili dal piedino facile come una “Vlad The Impaler”, “Fire” (l’eco del coro, probabilmente, rimbomberà nel Forum ancora oggi) e, tra i nuovi singoli, quella “eez-eh” che a più di uno ha fatto rizzare i capelli sin dal primo ascolto, grazie soprattutto a quel giro di synth che suona tanto come personale tributo al Giorgio Moroder più danzereccio.

L’esito del concerto dei Kasabian in quel di Assago può essere riassunto nel termine scritto nella t-shirt che Sergio Pizzorno ha indossato per tutta la sera: “Figata“. Anche se la dimensione più adatta per il repertorio del gruppo di Leicester resta il piccolo club, i Kasabian sono diventati grandi anche in Italia, capaci di radunare con dei brani accattivanti e ottimamente costruiti i grandi numeri anche nel nostro Paese, dopo aver sfondato in Regno Unito. E, possono piacere o meno, se lo meritano.

Cover by Rodolfo Sassano.

>> Guarda le foto del concerto di Milano

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