E’ un Liam Howlett al vetriolo quello intervistato dal Guardian nei giorni scorsi. La mente dietro al progetto dei Prodigy, impegnato nelle prime interviste con la stampa dopo la pubblicazione del singolo “Nasty“, ha infatti difeso la proposta del suo gruppo, piazzandolo nella storia della musica britannica al pari di nomi come Blur e Oasis.
Di seguito un estratto dell’intervista:
Può sembrare una dichiarazione esagerata, ma ritengo che i Prodigy possano essere considerati come un movimento culturale. Siamo importanti al pari di Blur e Oasis o roba simile. Il Britpop, se devo dirla tutta, non può essere considerato un movimento culturale. Non voglio fare il figo, girare negli spettacoli TV ed elencare le cose che i Prodigy hanno fatto negli anni, ma voglio solo dire che siamo stati importanti. Inoltre, se pensi a quanto fatto da band come Sex Pistols e The Clash negli anni, ecco, siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Nella stessa intervista, Flint ha invece espresso la sua opinione sulla musica dance del 2015:
E’ ormai diventato un qualcosa senza forza, troppo tranquilla. Ormai tutto è stato reso così commerciale che l’underground non esiste praticamente più. Ora se sei in un’etichetta indipendente, nessuno ha voglia di farti venire un’idea eccitante. Quando facevamo parte del roster della XL, lo staff voleva cose eccitanti perché la nostra proposta li spingeva a voler comportarsi in quel modo. Ora nessuno vuole fare proposte pericolose, e preferisce posizionarsi su generi più commerciali e generici.
“The Day Is My Enemy” sarà nei negozi il prossimo 30 marzo per poi promuovere l’album con una serie di DJ set e un tour, che li vedrà sui palchi di Regno Unito e dei maggiori festival europei.