Oltrepassa il giro di boa il progetto The Dear Hunter, il collettivo guidato da Casey Crescenzo che pubblica su Rude Records il quarto capitolo di un’opera epica iniziata nel 2006 a seguito dell’abbandono dei The Receiving End of Sirens. “Act IV – Rebirth In Reprise” arriva a ben sei anni di distanza dal precedente disco del concept, “Act III: Life and Death”, e riprende le vicende del protagonista che ci ha lasciati decidendo di assumere l’identità del fratello morto.
“Act IV – Rebirth In Reprise” è il lavoro più intricato ed epico finora registrato dai The Dear Hunter; rispetto ai precedenti lavori; in quest’occasione, Crescenzo ha avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con un’orchestra, cosa che ha permesso alle parti sinfoniche di essere perfettamente integrate con il sound del gruppo rispetto al passato. Il viaggio del protagonista è anche un percorso musicale che come attitudine ricorda molto l’art rock di gruppi come i Queen (soprattutto nelle parti vocali), il progressive rock anni Settanta di nomi storici come King Crimson (nella doppietta “A Night At The Town” / “Is There Anybody Here”) e con alcune parentesi uptempo nelle quali si respirano l’aria di Talking Heads e Franz Ferdinand, come in “King Of Swords (Reversed)”.
“Act IV – Rebirth In Reprise” è un lavoro riuscito che non può essere descritto pienamente in una recensione, l’unica cosa che consigliamo è quella di ascoltarlo riprendendo i precedenti capitoli in quello che si potrebbe definire un vero binge-listening, magari leggendo con attenzione i testi. L’unica certezza è che con questo quarto atto i The Dear Hunter fanno il definitivo salto di qualità, grazie anche al coinvolgimento a tempo pieno di un orchestra, ottimo punto di partenza per l’epilogo che arriverà da qui a pochi anni e che magari coinvolgerà altri mezzi (come, ad esempio, romanzi o fumetti).