Chemical Brothers – Born In The Echoes

chemical-brothers-born-in-the-echoes-recensione

In un mondo come quello dell’elettronica, dominato dall’anonima ma di grande successo EDM di nomi come Calvin Harris, David Guetta e Avicii, un nuovo album dei Chemical Brothers è da accogliere con gioia e gaudio. Per un semplice motivo: dopo le atmosfere dark del precedente “Further“, i nostri con “Born In The Echoes” sono tornati a comporre grandi pezzi da ballare, svoltando dopo un periodo di apparente smarrimento che ha caratterizzato le recenti produzioni in studio.

Abbandonata la complessità di alcuni episodi del recente passato, il duo di Manchester torna alla formula che li ha lanciati nel gotha della dance internazionale: tracce che entrano subito in testa e grandi collaborazioni. E tra nomi di grido del panorama rock internazionale come St. Vincent (qui su “Under the Neon Lights”) e l’asso da denari Beck giocato nella conclusiva “Wide Open”, a svettare tra tutti è un gradito ritorno, quel Q-Tip con il quale compongono il singolo “Go”, brano che ha dominato le playlist di questa estate accompagnato da un iconico video diretto dal francese Michel Gondry.

Con “Born In The Echoes” i Chemical Brothers tornano a lottare per lo scettro di re del dancefloor: un disco ragionato, meno cerebrale rispetto al passato ma trainato da grandi melodie che confermano la marcia in più che ha sempre caratterizzato la produzione dei britannici.

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *