Cesare Cremonini poteva tranquillamente vivere di rendita con le royalties di “…Squérez?”, unico album dei Lùnapop e vero e proprio fenomeno mediatico a cavallo di Secondo e Terzo Millennio. A quasi quindici anni dallo scioglimento del progetto emiliano, il cantante di Bologna a Conegliano ha dimostrato di essersi ritagliato il ruolo di big della musica italiana.
Non è facile arrivare a trentacinque anni e aver vissuto due parti di carriera al massimo: la prima come frontman di uno dei più importanti gruppi mainstream degli anni Novanta e, nella seconda, ha deciso di capitalizzare il successo ottenuto in così breve tempo con una carriera solista di grido. Una parentesi che dura da quasi quindici anni e nella quale è riuscito ad inanellare una serie di singoli da far invidia a moltissimi artisti, molti dei quali protagonisti dell’esibizione trevigiana la cui durata ha superato ampiamente le due ore.
Il concerto della Zoppas Arena è lo specchio del modo di pensare di Cremonini: autentico intrattenitore, abile ballerino (senza scadere nel pacchiano o forzato), coraggioso nel proporre in mezzo ad autentici evergreen come “50 Special” o “Dicono di me” una “Maggese” che a suo tempo non ottenne un gran successo, capace di cogliere i momenti nei quali bisogna far cantare il pubblico (e da questo punto di vista è un maestro al pari di molte leggende internazionali) e che non dimentica le atmosfere più intime delle tournée teatrali degli anni passati, qui riproposte in una breve parentesi tra swing e jazz dove sono state suonate due hit come “Gli uomini e le donne sono uguali” e “Una come te”. Inoltre dimostra di essere ancora una persona con i piedi ben saldi per terra, un po’ come il suo fedele compagno d’avventure Ballo, ospitando sul palco una ragazza per un abbraccio ed un selfie, perché “Per queste cose basta solo chiedere”.
Il successo di Cesare Cremonini, che terminerà il suo tour con gli ultimi due show di Trieste e Verona, è sicuramente destinato a durare nel tempo, forte della simpatia dell’artista stesso ma anche di un materiale a prova di bomba che, pur strizzando l’occhio all’ampio pubblico, dimostra la maturità di un cantautore che fino a questo momento non ha sbagliato praticamente nulla. E, vedendo il successo assoluto dei singoli pubblicati nel 2015, il buon Cesare dirà la sua ancora per molti, molti anni.