Nella polemica sui biglietti per Bruce Springsteen #iostocontrotta

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Posso dire che le recenti polemiche sui “carissimi” biglietti per i prossimi concerti di Bruce Springsteen in Italia dirette a Barley Arts, e più precisamente al promoter Claudio Trotta sui social, mi fanno ampiamente sorridere? Tutti a farsi quattro risate con i meme del principino George e il suo “Poracci” ma, alla conta dei fatti, guardando quelle immagini ridiamo di noi stessi.

Sì, siamo dei poracci che da anni non spendono soldi per acquistare musica, che sia “fisica” o digitale, al punto che per ottenere lo status di disco di platino nel nostro Paese un artista deve vendere un quarto di copie rispetto alla Germania, un quinto rispetto alla Francia, un decimo (!!!) rispetto al Regno Unito e un ventesimo (!!!!!) rispetto agli Stati Uniti. Non siamo mai stato un mercato musicale maturo, siamo fin troppo provinciali: le vendite non decollano, alcuni artisti saltano a pié pari il nostro Paese nelle loro tournée europee, le riviste stanno in piedi perché vi sono ancora i contributi alla carta stampata o pazzi editori hanno soldi da buttare e gli Eagles Of Death Metal fanno sold out perché sono stati protagonisti di un’immane tragedia nel mese di novembre.

Tutto questo per dire cosa: che gli 85 euro più prevendita chiesti per Bruce Springsteen al Circo Massimo di Roma, e una forbice 40-120 a San Siro, sono una cifra in linea con il mercato, niente di folle. E per due semplici ragioni: il tour del Boss è una grandissima festa per celebrare “The River”, album del 1980 e uno degli episodi più coraggiosi (e riusciti) della discografia del rocker del New Jersey, che in quegli anni viveva forse il miglior periodo artistico della sua carriera. Nessun disco da promuovere, una produzione da mantenere, biglietti che negli USA costano fino a 150$ per il parterre, tre ore minimo di show del più grande frontman vivente che portano il costo dell’evento al massimo a 40 euro all’ora. Un costo orario inferiore di un idraulico medio, con la differenza che magari il tubo del lavandino rimane rotto, ma avrete la possibilità di raccontare un evento maiuscolo ai posteri.

https://www.youtube.com/watch?v=XlvjznOEWjk

La seconda è ancora più semplice: il prezzo è in linea con quello dei maggiori happening che hanno toccato l’Italia negli ultimi anni. Alcuni esempi?
– Rolling Stones 2014 – 80 euro
– AC/DC 2015 – 75 euro
– Madonna 2015 – 143 euro (per dei posti decenti)
– U2 2015 – da 75 a 195 euro
– David Gilmour 2015 – da 50 a 100 euro
– Kiss 2015 – da 55 a 95 euro
– Metallica 2015 – da 70 a 90 euro
– Muse 2015 – 60 euro

Come potete vedere, l’impennata dei prezzi dei biglietti è una malattia diffusa e, per quanto i concerti di Bruce Springsteen fossero più economici nel tour del 2014 (ma si parla pur sempre di una forbice 50-90 euro), anche lui si è allineato al resto del mercato. D’altronde è un musicista, vive di musica e se i dischi non vendono (o non ce ne sono da promuovere), da qualche parte i soldi per pagare un tour li deve pur trovare.

Lo stupore per i prezzi “altissimi” di questo concerto è anche la conferma definitiva del provincialismo cronico della nostra scena musicale: i concerti all’estero sono cari, punto, e ben più che in Italia. Si può discutere sul fatto che all’estero le location offrano maggiori e migliori servizi di quanto viene dato in Italia, ma se guardiamo all’uscita monetaria in Italia non ci dovremmo lamentare, visto che come già detto molto spesso i biglietti sono anche più economici. Limitandomi al 2015, ricordo di aver speso 70 euro per vedermi gli Chic alla Roundhouse di Londra (e lo rifarei domani), circa 120 euro per i Blur ad Hyde Park (maledetta sterlina forte), 200pln / 50 euro per i Rise Against a Varsavia e circa 300pln / 75 euro per i Foo Fighters a Cracovia. Potete immaginare che soprattutto gli ultimi due, per le tasche di un cittadino medio polacco, sono ben più esosi di un biglietto unico per il Circo Massimo per Bruce Springsteen. E non solo per il fatto che in Italia ti viene offerta una delle location più clamorose che si possano trovare e in Polonia un club ricavato in un vecchio magazzino o un palasport nuovissimo ma più glaciale di una cella frigorifera.

Posso dirlo? Poracci, fate veramente ridere. #iostocontrotta

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