Mai avrei pensato di vedere i Tonight Alive, nel giro di un disco, passare dall’essere un più che onesto gruppo che faceva il filo ai Paramore al diventare una band mediocre come tante. Dopo due buoni full length come “What Are You So Scared Of?” e “The Other Side“, che avevano presentato un act per niente originale ma capace di sfornare ottimi pezzi, con “Limitless” la band della bellissima Jenna McDougall (sì, bellissima anche con gli inguardabili dread verde Kawasaki del video di “Human Interaction”) scivolano nel tentativo di dare un cambio alla loro proposta musicale.
Di “Limitless” si salva ben poco, e tutto questo si concentra nelle fasi iniziali del disco, quasi a voler rimarcare la definitiva rottura con i fan della primissima ora: per fare nomi e cognomi, “To Be Free” è un brano che si collega al recente passato e “Oxygen” è una ballad particolarmente riuscita. Di qui in avanti è il vuoto: un mix di elettronica fatta male, arena rock senza cuore, il voler rockeggiare facendo la figura dei Guano Apes dei poveri (vedi “How Does It Feel?”), pop così stucchevole da suonare pessimo già a fine anni Novanta (il “Yeah yeah yeah yeah no no no no” di “Drive” sembra uscito da un brano scartato della Mandy Moore degli esordi), ballad vuote e la combo finale “We Are” / “The Greatest” che, dopo i quasi 40 minuti di “Limitless”, ti chiedi se è la perfetta presa per i fondelli conclusiva.
“Limitless” non è il terzo album dei Tonight Alive: è una palese svolta di direzione che punta a far diventare i Tonight Alive la band solista di Jenna McDougall. Peccato che il titolo sia l’esatto contrario della realtà: qui emergono tutti i limiti, appunto, del nuovo percorso di quella che possiamo definire la promessa peggio mantenuta del panorama internazionale degli ultimi anni.
(l’unica costante che collega i tre dischi dei Tonight Alive è che lei è una figa da paura. Punto)