“IDays è un festival che punta a ricalcare l’esperienza degli urban festival stranieri, come ad esempio il Lollapalooza di Chicago“: l’aspettativa degli organizzatori di Idays, che si terrà dall’8 al 10 luglio presso il parco di Monza, è quella di creare un festival cittadino che punti a creare un evento che mette in primo piano i legami con il territorio e il far star bene la gente, non puntando da subito a fare i grandissimi numeri. Piuttosto, l’obiettivo emerso nella rassegna stampa di presentazione, tenutasi ieri all’interno dell’Ostello Bello Grande di Milano e che ha visto protagonisti quattro rappresentanti di Vivo Concerti e Brianza Rock Festival, è quello di creare un qualcosa che cresca grazie al passaparola positivo dei partecipanti, alla sinergia con le forze del territorio (come la Regione Lombardia, il Comune di Monza che ha da subito appoggiato il progetto, il Brianza Rock Festival ed Elita) e che permetta di far sbarcare anche in Italia un festival di ampio respiro internazionale, dopo la fine dell’Heineken Jammin Festival.
Paul Kalkbrenner, Sigur Ros, Suede e Biffy Clyro sono i quattro headliner di un evento che si terrà nel Parco di Monza, area che sembra possa diventare il teatro dei più importanti eventi musicali nazionali, dopo i “fallimenti” recenti del Parco San Giuliano di Mestre e del Parcheggio dell’Area Fiera di Rho. Non a caso, infatti, oltre all’Idays qui si è tenuto pochi giorni fa il Gods Of Metal e alla fine dell’estate Ligabue ospiterà il suo unico show del 2016. Inoltre, viene in aiuto anche le dimensioni dell’area (tutto il parco di avvicina a quasi 600 ettari), la relativa lontananza dal centro cittadino (che non creerà problemi sull’audio), la presenza di parcheggi molto vicina all’area concerti e di strutture organizzate per il campeggio e di una piscina, che permettono di portare nel Paese l’esperienza da festival raramente espressa da queste parti e ormai consolidata nei festival come Glastonbury e Rock Am Ring. Il tutto con l’esperienza di chi ha portato in Italia il Beach Bum di Jesolo, l’Indipendent Days, l’IDay di Bolgona e l’A Perfect Day di Villafranca di Verona, tutte location che presentavano importanti limiti per la creazione di una rassegna di questo tipo.
Che l’Idays si possa definire come una vera e propria startup lo si intuisce dai prezzi dei biglietti, che a fronte di uno sforzo economico importante del promoter vengono incontro ai fan soprattutto più giovani e con relativamente basse disponibilità economiche: il costo di 23 euro per la giornata con Paul Kalkbrenner (che vedrà sullo stesso palco anche Bloc Party e Jake Bugg) è infatti inferiore al prezzo del biglietto del suo ultimo concerto sold out all’Unipol Arena di Bologna, inoltre per coloro che decidono di acquistare l’abbonamento per i tre giorni lo sconto riconosciuto è di circa il 25%.
I concerti, che saranno distribuiti su quattro palchi che garantiranno alle band presenti un set congruo alle loro richieste (“non vi saranno tagli alle scalette degli artisti, che quasi tutti saranno presenti all’Idays in esclusiva nazionale“, precisa l’organizzazione), saranno anche una minima parte di quanto si potrà assistere alla tre giorni: ad allietare il pubblico dell’Idays vi saranno anche mercatini, l’area food, format tra i più affermati a livello nazionale come Random e vetrine su rassegne locali come il Brianza Book Festival e il Rock In Art, con l’ultima che vedrà presente come ospite Andy dei Bluvertigo per i tre giorni.
L’intenzione di far diventare Idays un punto di aggregazione per la creazione di un festival di respiro europeo, cosa che, secondo gli organizzatori, non esclude a priori la collaborazione nei prossimi anni con altri promoter che ragionano guardando ad un obiettivo comune. Un evento che richiede un lavoro che si sviluppa per 365 giorni all’anno, della quale il casting si è rivelata come la cosa relativamente più semplice: oltre agli headliner, che dipendono più che altro dalla disponibilità degli artisti nel periodo, gli organizzatori di Idays hanno puntato su artisti emergenti, già capaci di radunare buoni numeri all’estero ma ancora relativamente poco conosciuti in Italia: “l’obiettivo è fare in modo, come avvenuto con Coldplay, Muse, Disclosure e Alt J nel passato, di far dire al nostro pubblico di aver visto questo gruppo per la prima volta all’Idays“.
Infine un ruolo fondamentale sarà ricoperto dai social, che già lavorano adesso per presentare i vari artisti ma che lavoreranno a 360 gradi nel corso della tre giorni. Tramite i vari canali saranno infatti offerti interazioni con gli artisti, dirette Periscope, interviste nel backstage e la partecipazione di alcuni influencer nel raccontare il festival. Il tutto con un occhio di riguardo al pubblico che ricoprirà un vero e proprio ruolo da protagonista.
Info:
www.idays.it