Youtube avrebbe costruito il suo successo sulle spalle degli artisti, principalmente quelli provenienti dal mondo della musica? L’accusa è di quelle pesanti e sta facendo discutere animatamente gli addetti del settore nelle ultime ore. Ad accendere la miccia è stato Trent Reznor, noto per essere il frontman dei Nine Inch Nails ma qui coinvolto anche nel ruolo di dirigente di Apple, che con il suo servizio Apple Music può essere considerato un diretto concorrente del noto portale di proprietà di Google.
Secondo quanto affermato da Reznor, interpellato da Billboard, il business attorno al quale è stato costruito il successo mondiale di Youtube non è corretto, poiché basato sulla diffusione di materiale gratuito e in alcuni casi “rubato”.
Credo che ogni servizio gratuito non sia corretto. Significa fare dei grandi numeri, e magari dare inizio ad una quotazione in Borsa, sulle spalle del mio lavoro e di quello dei miei colleghi. Questo è ciò che penso, fortemente.
Alla reazione di Reznor è seguita quella dei Sixx AM, che ha lanciato una campagna intitolata “Don’t Be Evil, Do The Right Thing” allo scopo di far ottenere ai musicisti una giusta remunerazione. La band statunitense ha apprezzato la lettera aperta diffusa da Larry Page, dirigente di Alphabet e fondatore di Google, nella quale ha affermato che le recenti prese di posizione dei musicisti hanno spinto il colosso dell’IT a rivedere i suoi piani; inoltre l’azienda starebbe lavorando con etichette e artisti indipendenti per chiarire la gestione dei vari accordi.
Di seguito un estratto del comunicato dei Sixx AM che, a fronte della risposta di Page, vedono ancora qualche ombra all’orizzonte:
Siamo felici che YouTube stia ascoltando, ma le azioni parlano più forte delle parole. Dopo una serie innumerevole di e-mail non lette e senza risposta, YouTube ci ha chiesto di calmare le acque alludendo a un imminente incontro per sistemare la situazione. Tutto ciò non sta accadendo quindi è giunto il momento di protestare e fare sentire la voce degli artisti in ogni angolo del Globo, in modo da poter arrivare al diretto interessato il chief business di YouTube Robert Kyncl, sperando di arrivare presto a una sua risposta in merito. Ma questa lettera è indirizzata anche al CEO di Google Larry Page, responsabile nei confronti degli azionisti e del Consiglio di Alphabet. Dov’è la sua risposta?
Secondo quanto riportato dal Guardian, ad oggi Youtube avrebbe pagato più di 3 miliardi di dollari all’industria musicale; l’importante cifra, secondo quanto riferito dal quotidiano, sarebbe di gran lunga superiore a quella versata da Spotify ed Apple Music, servizi nei quali la fruizione di contenuti musicali è ben più alta dell’ora media mensile dell’utente medio di Youtube. A spiegare il tutto, il fatto che circa la metà degli introiti dell’industria musicale da parte di Youtube arrivi dalla remunerazione di contenuti diffusi dai fan.