Doppio EP per i Gran Rivera, che con l’accoppiata “Pensavo Meglio” / “Pensavo Peggio” si buttano con un carico da novanta capace di fare felici i fan del rock più abrasivo ma anche quelli del pop indipendente che, mai come in quest’ultimo anno, sta iniziando ad avere uno spazio importante nei network radiofonici mainstream. Partiamo dai secondi, che troveranno pane per i loro denti in un brano come “In fondo al Naviglio non c’è niente”, impossibile da non apprezzare se si è fan di artisti come Cosmo e Calcutta, e nei testi nei quali molti trentenni si riconosceranno, tra problemi e citazioni pop (“Il Milan del 94”, ad esempio).
Gli appassionati delle chitarre invece non potranno rimanere indifferenti davanti a tracce come “Luigi”, che sarebbe potuta tranquillamente uscire da una qualche alt rock band statunitense anni Novanta, e il mood che caratterizza “Pensavo Peggio”, il secondo EP più elettrico che risulta anche quello più riuscito del lotto. Un gruppo che, pur non inventando nulla, non sceglie la strada dell’innovazione artistica ma quella di portare ai giorni nostri uno stile musicale che ha ancora molto da dire.