Dillinger Escape Plan – Dissociation

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“Dissociation” sarà l’ultimo disco dei Dillinger Escape Plan. Nuovo disco, giro di interviste promozionali, tour mondiale che terminerà il prossimo anno, sempre che non ci scappi il morto in una delle tante date in programma (vedi video pubblicati sulla loro pagina Facebook).

I Dillinger Escape Plan ci mancano già, perché ad oggi non ci sono band capaci di raggiungere l’intensità e l’estremità che Greg Puciato e compagni garantiscono live e su disco sin dalla formazione. Pur provati da numerosi cambi di lineup (il più importante, per citarne uno, l’uscita del batterista Chris Pennie poi sostituito da quell’idolo di Gil Sharone per il capolavoro “Ire Works”), con loro l’asticella non si è mai abbassata: pedale fisso sull’acceleratore, sia in studio che live. E questo “Dissociation” ne è la conferma. Un disco dove il gruppo vuole ampliare ancora una volta lo spettro delle influenze musicali, dando ampio spazio a quell’elettronica solo accarezzata in passato e che qui trova un ruolo di primaria importanza nella traccia “Fugue”, che sembra quasi sentire l’influenza del progetto The Black Queen del frontman Greg Puciato, il tutto rivisto in chiave Dillinger Escape Plan. Chi si aspettava un album di riflessione, una sorta di bilancio di vent’anni di carriera, viene in parte accontentato nella title track, l’altra vera anomalia di questo ultimo lavoro: una ballad alla loro maniera, con un sottofondo di archi e con quel “Finding a way to die alone” ripetuto più volte nel finale che suona come il perfetto epitaffio di una band che ha fatto della violenza sonora il suo manifesto.

Violenza sonora che, sia chiaro, non manca in “Dissociation”: le contaminazioni tra grind, hardcore e free jazz caratterizzano anche questo lavoro, con parti che rimandano anche ai primi estremissimi dischi. I fan old school troveranno pane per i loro denti nell’accoppiata “Surrogate” e “Honeysuckle”, non a caso piazzate una dietro l’altra. Non manca anche la melodia, come nella toccate “Symptom Of Terminal Illness”, dove Greg Puciato mette in mostra la sua straordinaria voce pulita, o il jazz della spiazzante “Low Feels Blvd”, brano che come senso di smarrimento fa coppia con “Nothing To Forget”, con i Dillinger Escape Plan che giocano tra l’easy listening e l’estremo in un modo che solo loro riescono a gestire.

“Dissociation” è il solito capolavoro targato Dillinger Escape Plan, gruppo che in vent’anni di carriera ci ha abituati a livelli stellari. E, proprio per la paura di non garantire più la qualità su disco e live, scelgono di chiudere il sipario con un grandissimo ultimo album. Lo abbiamo già detto e lo ripeteremo fino alla fine: ci mancheranno, i Dillinger Escape Plan.

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