Beastie Boys, compie trent’anni il debutto “Licensed To Ill”

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Compie trent’anni “Licensed To Ill”, il disco di debutto dei Beastie Boys. In realtà il gruppo si formò nella prima parte degli anni Ottanta inserito nella scena hardcore punk (leggenda narra che le iniziali del nome siano un omaggio ai Bad Brains), e solo nel 1984 si sarebbe arrivati alla lineup storica composta da AD-Rock, MCA e Mike D.

“Licensed To Ill” è uno dei più inspiegabili e sorprendenti successi degli anni Ottanta, capace di arrivare al traguardo del disco di diamante a pochi mesi dall’uscita (alla fine la conta delle copie vendute supererà i 10 milioni). Un risultato che ha del clamoroso, tenendo conto che il gruppo era praticamente sconosciuto e l’unica vetrina fu un tour di supporto a Madonna in quello che fu il primo da headliner per la popstar italo-americana. Un successo inaspettato anche perché il gruppo per molti era ancora legato alla tradizione hardcore punk.

Il punto è che questo album è la celebrazione più autentica di quello che sarà il crossover tra la fine degli anni Ottanta e tutto il decennio successivo; una vera e propria bomba atomica che fece coppia con i Run-DMC, che solo poche settimane prima seminarono il primo segnale con la loro reinterpretazione del classico degli Aerosmith “Walk This Way”. Su “Licensed To Ill” c’è di più: i Beastie Boys infatti furono i primi a contaminare il rock con l’hip hop, al punto di diventare i primi artisti hip hop a portare un disco al numero uno di Billboard, il 7 marzo del 1987.

Buona parte del successo è arrivato anche alla scelta azzeccata del produttore: il trio infatti optò per Rick Rubin, studente della NYC che nel 1983 fondò la Def Jam Recordings, etichetta che avrebbe ricoperto negli anni a seguire un ruolo fondamentale nel successo dell’hip hop forte di un accordo con la major Columbia. Rubin fu quello che portò i campionamenti di alcuni pezzi rock nei brani del disco: tra i tanti brani citati troviamo, oltre a colleghi come i già citati Run-DMC e Jazzy Jay, anche leggende del calibro di Black Sabbath, The Clash, AC/DC e Led Zeppelin.

L’idea che permise a “Licensed To Ill” di spiccare il volo (ogni riferimento alla copertina è puramente casuale) è stata quella di inserire degli strumenti. E proprio grazie a due anthem rock, “You Gotta Fight (For Your Right)” e “No Sleep Till Brooklyn”, sarebbe iniziata la scalata verso i piani alti delle charts statunitensi, grazie anche a due video promozionali che lanciarono i Beastie Boys nell’immaginario collettivo: prima di quell’accoppiata di singoli, infatti, il disco fu un lavoro dal moderato successo con il rischio fin troppo alto di essere bollato come album misogino (le accuse arrivarono per alcune frasi presenti nel brano “Girls”), posizioni che poi verranno condannate dagli stessi Beastie Boys, soprattutto da MCA che, dopo la conversione al buddismo, rivedrà alcuni testi presi dai primi lavori.

Le vendite oltre le aspettative avrebbero poi portato la band a un tour da headliner nel 1987 e ad una carriera costellata di capolavori (da citare tra tutti l’accoppiata “Check Your Head” e “Ill Communication”), che si sarebbe spezzata solamente con il decesso di MCA nel 2012. L’influenza di “Licensed To Ill”, a distanza di trent’anni, resta comunque ancora molto forte: oltre a contenere vere e proprie hit della musica degli anni Ottanta, i brani qui presenti sono stati così importanti da essere entrati nell’immaginario collettivo e, soprattutto, sarebbero stati campionati da leggende dell’hip hop del calibro di Eminem, NWA, Dr Dre e Lil Wayne, solo per citare alcuni nomi.

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