Dopo le prime due date di Roma e Bergamo, sbarca al Gran Teatro Geox di Padova sabato 25 febbraio 2017 Samuele Bersani. Il cantautore di Cattolica è nel pieno del nuovo tour “La fortuna che abbiamo”, titolo del suo ultimo singolo che, come ha ribadito nel corso della serata, è l’esatto contrario del suo ultimo anno.
Il report del concerto
“Un po’ me la sono chiamata…” ha affermato Bersani dopo la canzone “Lo scrutatore non votante”, primo contatto diretto dell’artista con il suo pubblico, tra le quali vale la pena ricordare una signora di mezza età che, a metà concerto, lo ha definito “Un figo” alla fine di un pezzo. Un anno e mezzo travagliato il cui evento simbolo è quel problema alle corde vocali che lo ha costretto a rivedere tutti i piani del suo percorso artistico, tra cui lo slittamento di quasi sei mesi del suo tour nei teatri.
“Per un anno e mezzo mi è mancata una cosa alla quale tengo tantissimo: cantare. Questo periodo mi è servito per mettere a posto la mia vita: mangiavo male e fumavo. Ho aggiustato il tiro, diventando forse una persona più pallosa“: ha descritto così il suo lungo periodo lontano dalle scene, fortunatamente risoltosi nel migliore dei modi. Un artista che sembra essere arrivato al punto della maturità spirituale, tanto attesa perché quella artistica l’ha più volte dimostrata negli oltre vent’anni di carriera.
Il nuovo concerto di Bersani mostra un cantautore che è consapevole del legame indissolubile tra artista e pubblico (“Lo spettacolo non lo faccio solo io e i musicisti, ma anche voi“, ha affermato prima di introdurre “Occhiali rotti”). Chi dubitava sulla tenuta delle corde vocali non si deve preoccupare: raramente Samuele ha dimostrato difficoltà nella riproposizione dei suoi brani, questo anche grazie alla scelta di dare la priorità a delle tonalità più calde e profonde. L’apporto dei musicisti e dei tecnici dello show è eccellente e solo in pochi episodi si vedono delle sbavature: la più evidente è quella su “Le mie parole”, traccia minata da problemi di missaggio nei quali la voce del cantautore romagnolo viene sovrastata dal sax e dalle backing vocals. Difetti che caratterizzano, anche se in misura più limitata, anche quella “Cattiva” che può essere annoverata tra i suoi brani simbolo.
Lo show si divide idealmente in due parti. La prima mostra il lato più cantautoriale di Samuele Bersani, lo show che un artista ormai prossimo al traguardo dei cinquant’anni deve proporre per poter proseguire senza scadere nel ridicolo. Tracce come “Spaccacuore”, “En e Xanax”, “Psyco” e “Replay” vengono riproposte con un arrangiamento che mette alla luce la sua voce e il talento dei musicisti.
La seconda parte è invece quella che fa l’occhiolino al pubblico, essendo caratterizzata da tutte le sue più famose hit e numerosi momenti costruiti ad hoc per far battere le mani, tra cui tutto l’encore finale. Dal medley proposto poco dopo la pausa, nel quale vale la pena ricordare l’omaggio a Lucio Dalla con “Canzone” (brano che vede lo stesso Bersani come autore), alla commovente riproposizione di “Giudizi Universali”, il suo brano simbolo, tutto l’ultimo atto dello show è un trionfo di brani dal ritmo elevato, con incursioni anche nello ska e nelle sonorità dal retrogusto latino. Partendo da “Chiedimi se sono felice”, brano inserito in scaletta come risposta a quello scocciatore che si lamentava del fatto che non venisse suonato dal vivo, e arrivando alla chiusura dedicata a “Chicco e Spillo” e “Cosa vuoi da me?”, passando per “Freak” e “Coccodrilli”, l’epilogo del concerto mostra il lato più giocoso e colorato di Samuele Bersani.
Una tournée tanto attesa perché rinviata per i noti problemi di salute si è rivelata un clamoroso successo: Samuele Bersani conferma sul palco del Gran Teatro Geox di essere uno degli artisti simbolo della sua generazione e che può essere tranquillamente annoverato tra i più importanti cantautori della musica contemporanea tricolore.
Le foto del concerto
A cura di Ilaria Boraso.