Intervista alla Marcus King Band, il giovane talento del blues nordamericano

La Marcus King Band sbarcherà in Italia nel mese di maggio. La band, capitanata dal 21enne chitarrista e cantante originario del South Carolina Marcus King, si esibirà in una data unica italiana il 3 maggio al Legend Club di Milano. Il musicista sarà per la prima volta in Italia per promuovere l’omonimo secondo album, uscito lo scorso ottobre per Fantasy Records e capace di ottenere eccellenti posizioni nella classifica di categoria su Billboard.

Perché hai scelto di suonare blues ad una così giovane età?
Il blues è una musica che mi parla da quando sono giovane. C’è una sorta di un’emozione grezza e sincerità tra di noi. Suonare musica blues lo vedo anche come un modo di scappare dalla quotidianità, per quanto mi riguarda.

Hai pubblicato due album in pochi anni ed entrambi hanno ottenuto alte posizioni nella Blues Album Chart di Billboard. Avresti mai immaginato di ottenere questi risultati?
Credo che il successo sia tutta una questione di punti di vista. Non avrei mai immaginato di raggiungere la vetta della classifica quando stavo lavorando a questi album; l’unica cosa che contava, per me, è quella di far in modo di far sentire la mia voce ed esprimere me stesso a coloro che hanno il tempo di ascoltare la mia musica.

Nel tuo ultimo album hai lavorato con Derek Trucks e Warren Haynes, musicisti che consideri come tuoi eroi. Come ti sei sentito?
Siamo stati tutti un po’ nervosi quando abbiamo lavorato al primo disco con questa lineup, il primo per Fantasy Records e soprattutto per aver condiviso con alcuni nostri eroi. Warren ha fatto in modo di sentirci a nostro agio da subito. E’ stato un dono aver avuto la possibilità di lavorare con entrambi.

Hai scelto la piattaforma PledgeMusic per pubblicare il tuo ultimo album. Dal punto di vista del musicista, come vedi la vendita di album fisici? Pensi che verrà superata dal digitale?
Amo l’idea che la musica possa essere resa sempre più accessibile al consumatore finale. Ma credo anche che non vi sia nulla di paragonabile all’ascolto di un vinile o di un concerto.

Questa sarà la tua seconda volta in Europa in pochi mesi. Ti piace suonare qui, e pensi di prenderti una pausa alla fine di questo tour?
Adoro i miei fan d’Oltreoceano. Il pubblico tende ad essere caloroso come quello del Nordamerica, ma in una forma un po’ diversa. Dopo il tour, che terminerà con il Legenday Rhythm And Blues Cruise del prossimo ottobre, prenderemo una pausa per tornare in studio.

Che tipo di concerto porterai nel nostro Paese?
Il nostro concerto è un’esplosione di Frustrazione, amore, felicità, paura e dolore. Noi vogliamo fare in modo che il nostro pubblico condivida questo percorso emozionale con noi. Questa è una ragione per la quale non stiliamo prima del concerto una vera e propria setlist: il concerto deve catturare l’energia che si respira nella stanza.

In uno dei tuoi prossimi concerti, sarai al giapponese Fuji Rock Festival dove condividerai il palco con nomi come Bjork e Queens Of The Stone Age. Ascolti altra musica oltre al blues?
Sì, prendo ispirazione da ogni genere musicale. Quando siamo in tour ascoltiamo di tutto, da Miles Davis ai WuTang Clan, passando per Anthony Hamilton.