At The Drive In – Inter Alia

Quando gli At The Drive-In fecero intuire, verso la fine dell’anno scorso, che da lì a poco sarebbe arrivato un nuovo disco il pensiero mi è balzato subito ai quasi contemporanei Refused. Con gli scandinavi hanno condiviso buona parte del percorso professionale nella coda degli anni Novanta e nel nuovo secolo: band che sfornò un capolavoro clamoroso, si sciolse poco tempo dopo all’apice della carriera, poi dopo molti anni fece prima una reunion live e, poco dopo, tornarono con un nuovo studio album. Visto il percorso degli svedesi, dire che l’hype era arrivato al livello “stellare” era quantomeno riduttivo: Dennis Lyxzén e soci riuscirono a non scimmiottare lo stile di “The Shape Of Punk To Come”, sfornando un lavoro solido che, pur non rinnegando le radici del passato (leggasi: non si sono messi a fare disco music), ha portato la loro musica nel Terzo Millennio attingendo dalle esperienze artistiche avviate negli anni post-scioglimento.

Possiamo dire la stessa cosa di “Inter Alia” (rappresentato graficamente in•ter a•li•a), il nuovo album della band portoricano-statunitense? Anche no. I genietti Cedric Bixler-Zavala e Omar Rodríguez-López scelgono la strada del Comfort food, coccolando i loro fan con un lavoro che sembra il seguito ideale del seminale “Relationship Of Command”, con la piccola differenza che il secondo resta e rimarrà un capolavoro seminale, il classico lavoro da insegnare nelle scuole di musica, di “Inter Alia” ce ne ricorderemo giusto la settimana prima di andare a vederli dal vivo, per l’immancabile ascolto di ripasso.

Non si è di fronte a un disco brutto, ma semplicemente a un qualcosa che non ci si aspetta da gente che negli ultimi 15 anni ha militato nei Mars Volta: lineare, per niente innovativo, fiacco, al punto che ci si chiede se questo è stato scritto come pretesto per andare in tour. La mancanza di Jim Ward si fa sentire, nel suo ruolo di perfetto contraltare alla coppia Cedric-Omar visto il suo ruolo di chitarrista e backing vocals. Il grande difetto dei pezzi resta però il voler ricalcare la formula At The Drive-In ad ogni costo, con il risultato che in alcuni momenti questa cosa risulta fin troppo sfacciata. “No Wolf Like The Present” esaurisce la carica distruttiva dell’intro sgonfiandosi dopo pochi secondi e tutto l’album è un vero e proprio deja-vu di “Relationship Of Command”, al punto che i più maligni potrebbero pensare di essere di fronte a una raccolta di tracce escluse a suo tempo, ritarate per il timbro vocale di Cedrix Bixler-Zavala (più pulito rispetto al 2000) e registrate senza quel Ross Robinson che, volente o nolente, diede un contributo fondamentale alla riuscita del loro terzo lavoro.

“Inter Alia” non entrerà negli annali della musica come il suo predecessore uscito 17 anni fa: un disco che non conosce la parola coraggio, accontentandosi di scimmiottare il fratello di maggior successo. Poco o nulla, ben sotto il minimo compitino, da chi ci ha abituato a grandissime cose dal 2000 in avanti.