Adesso non è per fare il figo, ma non avevo alcun dubbio sul successo di “Gemini”, primo esperimento solista di Macklemore senza il compagno di bisboccia Ryan Lewis. Lui è un figo, ha carisma, il flow che si trova a dover maneggiare è tra i migliori sul mercato. Brevemente: non parliamo del primo pirla sulla piazza.
L’unica cosa che ti fa capire la non presenza di Ryan Lewis è la mancanza di un clamoroso singolo, di una melodia indimenticabile che ha invece caratterizzato molte delle sue uscite. Non c’è una “Thrift Shop”, ma neanche una “Same Love”. In compenso, “Gemini” è il lavoro più organico fatto dal rapper di Seattle: non c’è la vetta irraggiungibile, ma la qualità media si mantiene comunque su livelli alti. Certo, ci sono troppi featuring (uno per brano), tra le quali spiccano alcune rimpatriate come quella con Eric Nally sulla traccia di apertura “Ain’t Gonna Die Tonight”, ma è una scelta che ha fatto la fortuna del rapper, capace di circondarsi di ottimi collaboratori anche su “The Heist” e “This Unruly Mess I’ve Made”. Leggasi: chi muove critiche su questo fronte ha vissuto sulla Luna per almeno una ventina di anni.
“Gemini” esplora tutte le anime di Macklemore, da quella più festaiola a quella più impegnata, passando a quella del padre di famiglia come in “Church”. Anima impegnata non significa che questo sia un disco politico: in una recente intervista, infatti, Macklemore ha affermato che “tutti sanno cosa sta succedendo nel mondo”. “Gemini” è un disco divertente ma con i piedi ben piantati per terra. In molti citeranno “Good Old Days” come brano simbolo, canzone nella quale una Kesha conferma di essere una cantante maiuscola e un talento come pochi, ma le tracce valide sono molte. “Glorious” ormai la conoscono tutti, come l’altro singolo “Marmalade”, ma non si possono dimenticare neanche la già citata “Ain’t Gonna Die Tonight”, la old school “Levitate”, “Intentions” e “Firebreaker” sorrette da accattivanti riff di chitarra o la trap che caratterizza invece canzoni come “Ten Million” o “Zara”.
Non nascondiamoci: Macklemore con Ryan Lewis ha quella marcia in più che il produttore garantisce dietro il mixer. Ma ciò non significa che il rapper di Seattle da solo sia una pecorella smarrita, anzi: “Gemini” conferma il valore di quello che possiamo considerare come uno dei rapper più importanti usciti nel Terzo Millennio.