L’annunciato tour a tre Nek Max Renga, che è partito ufficialmente con la data zero al PalaArrex di Jesolo giovedì 18 gennaio 2018, ha destato più di un sospetto già dal momento dell’annuncio. Il quesito più importante è solo uno: come avrebbe retto l’aver messo insieme un cantante generazionale come Max Pezzali, non dotato tecnicamente ma con un repertorio clamoroso, insieme a due cavalli di razza del pop nazionale come Nek e Francesco Renga che, se facciamo una conta finale, hanno un ventaglio di canzoni che non può far concorrenza a quanto può portare in dote l’ex 883?
Il concerto si può riassumere come una gran festa ma con dei tangibili momenti di spaesamento. Soprattutto all’inizio, con una “Duri Da Battere” che li accoglie sul palco ma che non si può definire come un pezzo granché riuscito. Fortunatamente, da questo punto di vista, l’opener resta l’unica macchia di un vero e proprio greatest hits dei tre artisti (con una lottizzazione dei pezzi che non si vedeva dai tempi della Rai anni Ottanta) che ha intrattenuto il pubblico per più di due ore e mezza di grande musica pop, con spazio anche per due cover piazzate una dietro l’altra, una palese (“Disco Inferno” agganciata a “La Regola Dell’Amico”) e una più velata (sì, “Almeno Stavolta” ricorda fin troppo “Still Waiting” dei Sum 41).
La collaborazione tra i tre non ha funzionato nel complesso dal punto di vista degli intrecci vocali, al punto che in alcuni momenti (“Cambio direzione”) sembrava di essere davanti più ad un karaoke tra tre vip che ad un concerto collaborativo. Questo a causa di un mix di essere di fronte alle prove generali di una data zero, a tre personalità non facilmente amalgamabili (con Nek che cerca di rubare la scena in più momento, di fatto il vero vincitore della serata), oggettive carenze vocali di Max Pezzali e un’equalizzazione delle voci non particolarmente curata. I momenti in condivisione sono numerosi nel corso della serata, li vedremo in coppia e in trio per buona parte dello show, ma ciò non toglie che ognuno ha avuto la sua finestra solista nella quale ha dato il meglio di sé: “Sei Fantastica”, “Angelo” e “Laura Non C’è” sono tre dei momenti riservati ad ognuno dei tre cantanti, con la prima che ha confermato il ruolo di cantante intergenerazionale che gode Pezzali, la seconda il fatto che Renga è il cantante più clamoroso sulla piazza e Nek una sorta di animale da palcoscenico che si è goduto gli ampi spazi di un palasport sin da subito.
Una cosa però appare sin dalle primissime battute: c’è una grandissima sinergia tra i cantanti sul palco e anche con la backing band di supporto, per buona parte composta da collaboratori storici di Pezzali, al punto che lo stesso Nek si unirà a loro per suonare la chitarra nel medley acustico e ad imbracciare il basso in un paio di canzoni. E la cosa più bella è che questa è una complicità sincera e non studiata a tavolino, che non si prende sul serio e tipica di chi di fatto ha iniziato la carriera quasi in contemporanea negli anni Novanta, come ricordato in uno dei numerosi siparietti fatti durante lo show. Li vedremo scambiarsi sguardi di amicizia, certe volte ammiccanti, definirsi “La prima boy band per adulti”, raccontare le proprie vite e i cambi di prospettiva con il passare degli anni, presentarsi sul palco con la maschera di Spider-Man durante “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno” e dispensare complimenti ai colleghi e agli stessi fan, definiti “Mitici” prima dell’evergreen “Sei Un Mito” e abbracciati più volte scendendo a fianco delle primissime file.
Nek Max Renga è uno dei più importanti eventi della stagione per gli amanti del pop nazionale, e dopo aver ingranato con i primi show siamo sicuri che migliorerà rispetto al warm up di Jesolo, ma da qui a definirlo un progetto riuscito ce ne passa: pur con tutta la buona volontà dei tre, che si impegnano e si sbattono credendoci ciecamente in questa superband, l’impressione di essere di fronte ad un progetto che non avrà l’impatto del trio Tozzi Ruggeri Morandi è fortissimo. Ma sono paranoie da scribacchini, perché il pubblico è uscito dal PalaArrex con il sorriso stampato sulle labbra felice di avere cantato e ballato alcuni dei migliori pezzi pop italiani usciti negli ultimi trent’anni.