Laura Pausini, il report del concerto di Jesolo (VE) del 13 luglio 2018

Ho due grandissimi difetti: il primo è non avere peli sulla lingua e il secondo è che, non avendo grandi vizi, i soldi che guadagno lavorando li spendo per andare a vedere concerti all’estero, almeno una volta ogni tre mesi. Alla luce di ciò, il concerto di Laura Pausini a Jesolo è tecnicamente indiscutibile, pur con i limiti di una data zero vera e propria (e non un debutto mascherato da tale, come successo molte volte), ma fa emergere il provincialismo fin troppo marcato di chi è la bandiera della musica italiana se confrontato ai big della musica internazionale.

Il palco è quello delle grandissime occasioni, niente da dire: un maxischermo sul retro e delle strutture video, luci geometriche poste sulle estremità del palco e alcune pedane mobili rendono la produzione di alto spessore anche in un palasport piccolo come quello di Jesolo. Inoltre, numerosa è la band di supporto, tra la quale spicca il team di cinque coristi che saranno anche loro tra i protagonisti del concerto.

La serata inizia sottovoce, con una “Non è detto” che la vede sul palco con una formazione ridotta in un mood che si vedrà poche volte nel corso della serata (come in “La soluzione”). Ma già con la successiva “E.Sta.Te” si prendono i binari di come si caratterizzerà il resto dello show: band numerosa, tanti coristi, nessun limite agli effetti speciali già da subito (verranno infatti lanciati i confetti sul pubblico già in questo pezzo) e un corpo di ballo che sarà protagonista ma solo in alcuni pezzi. Vista l’intimità del palasport, numerosi sono i contatti dell’artista con il pubblico delle prime file, tra i quali spiccano il dialogo con un ex compagno di classe di Faenza presente tra le prime file e il dialogo commosso con la madre, con la quale ha un rapporto molto stretto, alla fine di “Vivimi”.

La vastità del repertorio, e il desiderio di tenere alcune sorprese per gli eventi di Roma (all’appello mancherà una “Strani amori”, tra le sue canzoni più conosciute), porta alla discutibile scelta di inserire nel concerto ben quattro medley, cinque se includiamo le cover di Justin Bieber, Ed Sheeran e Justin Timberlake cantate dal team di coristi in un break tecnico per l’allestimento del palco.

Come detto, questa è una data zero vera e propria, quindi è apprezzato il fatto che la Laura Pausini ringrazi con il cuore la città di Jesolo che la ha ospitata per quasi quindici giorni da professionista e da madre, che nelle pause ha potuto godere di alcune attrazioni della città con la figlia. Warm up show che è di fatto una prova generale per il tour mondiale prossimo all’inizio, e quindi si giustificano anche le lunghe pause per gli allestimenti del palco anche a metà concerto, cose che probabilmente non si ripresenteranno nei prossimi show. In ogni caso lo spettacolo si dimostra curato sin dal minimo dettaglio, con le già citate pedane che si rialzano, giochi pirotecnici e di luci e un eccellente lavoro di visual (molto bello quello di “E ritorno da te”), in uno show dalla matrice pop ma che presenta anche alcuni momenti da rock band navigata, come in “Resta in ascolto” o nei numerosi solo di Paolo Carta, chitarrista e compagno di vita della Pausini.

Il punto è che, pur avendo una produzione di spessore, il repertorio della Pausini è fin troppo ancorato al mercato italiano e, in un inevitabile confronto con delle sue colleghe (parliamo pur sempre di un’artista che vinse un Grammy nel 2006), emerge il suo fin troppo marcato provincialismo. Brava è brava, su questo non si discute, ma il mondo è pieno di artiste che hanno più fame e più carisma di lei: per citare un nome, e non scomodare i colossi della scena internazionale, una seconda linea come Charli XCX ha uno spessore artistico ed autoriale ben più tangibile rispetto a lei. Non è un caso, quindi, che i suoi mercati di riferimento al di fuori del mercato italiano siano quelli latini, ma per il semplice motivo che ha inciso dei lavori in lingua spagnola; e proprio sulla sua carriera “latina” si incentra tutto l’encore, con i colori pastello che esplodono in “Nuevo” e il brano “Nadie ha dicho”.

Il concerto della Pausini è di sicuro “il concerto della vita per coloro che ascoltano solo Radio Italia” o per “coloro che aspettano ancora Marco al treno delle 7.30”; se guardiamo a questo segmento di mercato, la Pausini è la regina incontrastata e in Italia meglio di lei non c’è nessuno (anzi, di fatto è colei che detta la linea anche alle sue colleghe, per buona parte uscite dai talent show). Ma se si rapporta il suo concerto alla dimensione globale, inevitabile per un’artista che ha ottenuto riconoscimenti internazionali, il confronto è impietoso: ne esce, alla meglio, come una sorta di karaoke con una produzione sovradimensionata.

Laura Pausini, la scaletta del concerto di Jesolo (VE)

Non è detto
E.STA.TE
Medley 1: Primavera in anticipo / La Mia risposta / Le Cose che vivi
Frasi a metà
Incancellabile
Simili
Resta in ascolto
Medley 2: Lato destro del cuore / Non ho mai smesso / La Solitudine
Fantastico (Fai quello che sei)
Sorry (Justin Bieber Cover)
Shape of you (Ed Sheehan Cover)
Can’t stop the feeling (Justin Timberlake Cover)
La Soluzione
Medley 3: Ho Creduto in me / Il Caso è chiuso / Un’Emergenza d’amore
E Ritorno da te
Tra te e il mare
Come se non fosse stato mai amore
Vivimi
Medley 4: Una Storia che vale / Benedetta passione / Io Canto
Nuevo
Invece no
Nadie ha dicho
Innamorata / E.STA.TE